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Autismo – Un robot per aiutare i bambini

Partirà in Puglia “una sperimentazione che punta sulla robotica come alleato del neuropsichiatra nelle terapie

È ALTO 60 centimetri, pesa appena 5 kg e si chiama NAO. È un robot e nei prossimi mesi farà da assistente negli studi di alcuni neuropsichiatri in Puglia, come terapista, in aiuto dei bambini con disturbi dello spettro autistico. Un progetto cui partecipa l’Enea, con la collaborazione dei ricercatori del laboratorio di robotica con il centro polivalente per disabili “Pesci Rossi” di Triggiano (Bari).

L’idea che i robot possano aiutare i bimbi con autismo non è nuova. Già da tempo, alcuni ricercatori sostengono che i robot possano servire nelle terapie per l’autismo, supportando lo sviluppo di abilità sociali e comunicative compromesse in questi bambini. Nao, prodotto dalla Aldebaran Robotics, ma anche i colleghi Kaspar sviluppato dalla University of Hertfordshire, o ancora Zeno e Milo della Robokind, con funzionalità e modalità diverse, sono da tempo oggetto di studio perché come automi rappresentano delle versioni semplificate, minime, controllate e prevedibili delle persone, aiutando i bambini a prender pian piano confidenza con le interazioni umane, come racconta anche Claudio Moriconi, responsabile del Laboratorio di robotica dell’Enea: “L’idea è quella di avere uno strumento che abbia sufficienti capacità di interazione ma che al tempo stesso elimini o quanto meno mitighi i contatti emotivi che una persona porta necessariamente con sé, anche a livello inconscio”. Sotto questo punto di vista, continua Moriconi, un robot potrebbe rappresentare un modo opportuno per entrare in contatto con i bambini senza creare i disagi tipici dell’interazione umana per chi soffre di autismo: “Anche involontariamente altri bambini e persone possono emettere dei segnali che richiedono a volte un ritorno emotivo che magari il bambino con autismo non è in grado di dare”, va avanti il ricercatore.

Il ruolo dell’Enea, come partner del progetto, sarà quello di mettere a disposizione del neuropsichiatra una serie di strumenti per permettere al terapeuta di usare il robot come lui vorrà. Un progetto della durata di due anni, la cui partenza è prevista entro la fine dell’anno. “L’ipotesi è che l’interazione fisica e vocale favoriscano una maggiore capacità di contatto con il mondo esterno”, riprende Moriconi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Un robot per aiutare i bambini con autismo”, R.it Ricerca

Tratto dahttp://www.repubblica.it/salute/ricerca/2017/10/11/news/autismo_robot_enea-176845565/