Osteoporosi – Solo una donna su 5 è trattata in maniera ottimale
“Secondo un’analisi post-hoc di dati provenienti dagli studi clinici WHI (Women’s Health Initiative), di recente pubblicazione su the American Journal of Medicine, il trattamento dell’osteoporosi post-menopausale è ancora oggi sottoutilizzato. Lo studio, inoltre, ha evidenziato come la necessità di ottimizzare il ricorso alle terapia contro l’osteoporosi (OP) valga soprattutto nelle donne con fratture di fragilità pregresse, obesità, abitudine al fumo di sigaretta, storia pregressa di artrite, o appartenenti all’etnia Afro-Americana
A dispetto dell’esistenza di linee guida con evidenze ben consolidate sul trattamento dell’osteoporosi in post-menopausa, ancora oggi siamo lungi dal trattamento ottimale di questa condizione. Questo il responso principale di un’analisi post-hoc dei dati provenienti dai trial clinici WHI (Women’s Health Initiative), di recente pubblicazione su the American Journal of Medicine.
Solo il 21,6% delle donne incluse in questi studi ha riferito l’adozione di una terapia farmacologica appropriata (differente da quella sostitutiva degli estrogeni) per ridurre l’incidenza successiva di fratture.
Lo studio, inoltre, ha evidenziato come la necessità di ottimizzare il ricorso alle terapia contro l’osteoporosi (OP) valga soprattutto nelle donne con fratture di fragilità pregresse, obesità, abitudine al fumo di sigaretta, storia pregressa di artrite, o appartenenti all’etnia Afro-Americana.
Razionale dello studio
Come è noto, l’OP è un fattore chiave predisponente per le fratture di fragilità. Ogni anno, nel mondo, si stimano, approssimativamente, 9 milioni di fratture da OP, la maggior parte delle quali è osservata nelle donne in post-menopausa.
I dati disponibili mostrano che il numero di fratture è stimato in salita, parallelamente all’aumento dell’età della popolazione e della sopravvivenza. Per questa ragione, le fratture da OP sono associate ad un’elevata morbi- mortalità e a rilevanti costi sanitari.
Nonostante la presenza di un corpus sostanzioso di evidenze che suffragano l’impatto del trattamento dell’OP sulla riduzione dell’incidenza di ripetute fratture di fragilità, il trattamento farmacologico sembra essere ancora sottoutilizzato, stando ad alcuni studi pubblicati al riguardo.
“Questi studi, tuttavia – argomentano gli autori dello studio – presentano alcune limitazioni metodologiche quali la breve durata del follow-up, il non essere stati condotti a livello di popolazione e non ristretti alle donne in post-menopausa, basati sull’esame di un solo sito di frattura e privi di informazioni relative all’assunzione di vitamina D o di calcio e alle modifiche dello stile di vita”…”
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Fonte: “Osteoporosi, solo una donna su 5 è trattata in maniera ottimale”, PHARMASTAR