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Artrite reumatoide – 30mila i malati che non accedono alle terapie con i biologici

E una quota importante dei pazienti eleggibili al trattamento con questi farmaci è in età lavorativa. Questi i risultati dello studio Clicon realizzato tra il 2013 e il 2017 su pazienti che hanno ricevuto una diagnosi di artrite reumatoide individuati tramite Sdo o dall’archivio delle esenzioni per patologia appartenenti a Asl distribuite sul territorio nazionale. LO STUDIO

Sono oltre 320mila i pazienti con Artrite Reumatoide (Ar) di questi circa 44mila sono già in trattamento con i farmaci biologici. Ma c’è un ulteriore 10% dei pazienti che hanno ricevuto una diagnosi specifica e che pur potendo trarre vantaggio dal un analogo trattamento con i cosiddetti b-DMARDS (biologics disease-modifying antirheumatic drugs) non accedono alle terapie.

Farmaci (a differenza degli anti-infiammatori non steroidei e dei corticosteroidi, che contrastano l’infiammazione ma non incidono sulla progressione del danno anatomico) che modificano l’andamento della malattia e la rallentano, migliorando la funzionalità delle articolazioni e riducendola disabilità e la mortalità, a patto di essere utilizzati nelle fasi più precoci del decorso dell’artrite reumatoide.

Il dato è emerso da uno studio sui pazienti con Ar realizzato da Clicon Health, Economics & Outcome Research (società di ricerca specializzata in progetti di studio su database clinici e amministrativi in collaborazione con Asl, Mmg e centri Specialistici) e presentato oggi a Milano in convegno promosso dalla Società Italiana di reumatologia (Sir) e dall’Italian Biosimilars Group (Ibg), con la partecipazione delle associazioni dei pazienti, Apmar e Anmar.

Sotto la lente di Clicon i dati relativi a pazienti afferenti ad un campione di Asl distribuite sul territorio nazionale, successivamente proiettati sull’intera popolazione italiana. Sono stati inclusi tutti pazienti che nel quinquennio 2013-2017 hanno ricevuto una diagnosi di artrite reumatoide individuata tramite le schede di dimissione ospedaliera o dall’archivio delle esenzioni per patologia.

Il campione è stato poi sottoposto a una valutazione di potenziale “eleggibilità” al trattamento con b-DMARDS in base a linee guida consolidate, applicando tre criteri: terapia fallimentare per 6 mesi con metotrexato(MTX) e avvio trattamento con un secondo DMARD convenzionale sistemico; trattamento da almeno 6 mesi con corticosteroide (almeno 7,5 mg. die); pazienti con controindicazione alla terapia con MTX (danno renale, interstiziopatia polmonare, danno epatico).

“Proiettando la valutazione di potenziale eleggibilità all’intera popolazione nazionale affetta da Ar, circa 320 mila pazienti, ed escludendo ovviamente quelli già in trattamento con farmaci biologici – ha spiegato l’economista Luca degli Esposti di Clicon – emerge che il 9.6% pazienti, cioè circa 30mila malati, presentano almeno uno o più dei criteri considerati di eleggibilità al trattamento con i biologici. Inoltre una quota importante dei pazienti eleggibili al trattamento con farmaci biologici risulta essere in età lavorativa (50-69 anni)”…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Artrite reumatoide. Sono 30mila i malati che non accedono alle terapie con i biologici”, Quotidiano sanità

Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=75705