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Carcinoma ovarico recidivato – Meglio non ritardare la chemioterapia a base di platino

Nelle donne che hanno un carcinoma ovarico parzialmente sensibile al platino in progressione non si dovrebbe ritardare la chemioterapia a base di platino a favore di una chemioterapia non a base di platino. È questa la conclusione dello studio MITO-8, uno studio multicentrico internazionale randomizzato, controllato e in aperto, appena pubblicato sul Journal of Clinical Oncology

La maggior parte delle pazienti trattate per un carcinoma ovarico vanno in progressione dopo l’intervento chirurgico e la chemioterapia di prima linea a base di platino. Nelle pazienti in progressione, un trattamento successivo con la chemioterapia a base di platino potrebbe essere più efficace se è passato più tempo dal trattamento precedente a base di platino.

“Il tempo trascorso tra l’ultimo trattamento a base di platino e la recidiva indirizza verso una strategia di trattamento basata sulla chemioterapia non a base di platino se l’intervallo libero da platino è inferiore a 6 mesi e su doppiette contenenti platino se l’intervallo libero da platino è superiore a 12 mesi” scrivono gli autori, coordinati da Sandro Pignata, dell’Istituto Nazionale Tumori IRCCS “Fondazione G. Pascale” di Napoli. Invece, aggiungono i ricercatori, quando l’intervallo libero da platino è compreso tra 6 e 12 mesi non ci sono certezze, per via dei risultati insoddisfacenti ottenuti con il trattamento con doppiette a base di platino”.

Nel 1999, i ricercatori hanno sviluppato un’ipotesi secondo la quale il prolungamento dell’intervallo libero da platino con una chemioterapia con un agente singolo non a base dI platino poteva migliorare i risultati, aumentando la sensibilità al platino. Tuttavia, uno studio retrospettivo del 2006, condotto del gruppo cooperativo italiano MITO (Multicenter Italian Trials in Ovarian Cancer), ha suggerito che utilizzare un unico agente non contenente platino non fosse la scelta migliore.

Nel 2008, Pignata e i colleghi hanno quindi avviato lo studio multicentrico MITO-8, per capire se un intervallo prolungato libero da platino ottenuto attraverso l’introduzione di un trattamento non a base di platino potesse migliorare gli outcome nelle donne con un tumore ovarico ricorrente parzialmente sensibile al platino…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Ca ovarico recidivato, meglio non ritardare la chemioterapia a base di platino”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/ca-ovarico-recidivato-meglio-non-ritardare-la-chemioterapia-a-base-di-platino–25264