Alzheimer – Nelle donne anziane cognitivamente normali, una maggiore esposizione agli estrogeni endogeni è correlata a livelli più elevati di biomarcatori liquorali
“Uno studio durato 25 anni e appena pubblicato online su “Menopause” ha mostrato che un’esposizione più lunga agli estrogeni endogeni è collegata – in donne anziane cognitivamente normali – a livelli più elevati di biomarcatori liquorali della malattia di Alzheimer (AD)
Un periodo riproduttivo più prolungato – dall’età al menarca all’età in menopausa – risulta associato nel liquido cerebrospinale (CSF) a livelli più bassi di beta-amiloide 1-42 (Aβ42), più elevati di tau fosforilato (p-tau) e a un rapporto inferiore tra Aβ42 e amiloide-beta 1-40 (Aβ42/Aβ40), riferiscono i ricercatori, guidati da Jenna Najar, dell’Università di Göteborg (Svezia).
Le donne hanno un rischio più elevato di AD rispetto agli uomini e, «per molto tempo, si è pensato che questa differenza di genere nel rischio di AD potesse essere spiegata unicamente dal fatto che le donne vivono più a lungo degli uomini» ricordano gli autori.
«Tuttavia» aggiungono «le prove mostrano che la differenza di genere nella longevità non poteva spiegare tutte le differenze nel rischio di demenza tra uomini e donne».
Come potenziale spiegazione sono stati indicati gli estrogeni, ma «a nostra conoscenza, nessuno studio precedente ha esaminato la relazione tra la durata del periodo riproduttivo e i livelli di marcatori CSF dell’AD» osservano Najar e colleghi.
«Lo scopo del nostro studio era quello di esaminare l’associazione tra il periodo riproduttivo, come indicatore di estrogeni endogeni, e i livelli di biomarcatori dell’AD nel CSF» precisano…”
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Fonte: “Alzheimer, biomarcatori liquorali legati nelle donne a una maggiore esposizione agli estrogeni endogeni”, PHARMASTAR