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Pronto soccorso sotto pressione – Oggi è la Giornata Internazionale della Medicina di Emergenza e Urgenza

Il 30% oltre 24 ore. La Giornata Internazionale della Medicina di Emergenza e Urgenza. Paola Noto di Simeu: “Il sistema ha retto, ma ora c’è bisogno di almeno 1500 medici in più se non vogliamo tornare al caos di prima della pandemia” 

IL 30% dei pazienti che ha avuto bisogno di un ricovero durante la pandemia è rimasto in attesa di un posto letto tra le 12 e le 24 ore; il 40% oltre le 24. Il 30% sotto le 6 ore. Pazienti di cui si sono fatti carico completamente i medici di uno dei 650 pronti soccorso sparsi in Italia. Mentre il nostro Paese passa lentamente dalla fase dell’emergenza a quella di convivenza con il virus, medici e infermieri sono ancora sotto pressione. Nonostante la diminuzione dei contagi e dei ricoveri, nei reparti della Medicina di Emergenza e Urgenza, non solo la battaglia contro il covid-19 e le sue varianti continua, ma il personale sanitario è in prima linea anche per gestire i pazienti di tutte le altre patologie che piano piano stanno tornando.

Medici e infermieri

A loro è dedicata la Giornata Internazionale della Medicina di Emergenza e Urgenza che di celebra il 27 maggio con lo scopo di “diffondere la consapevolezza tra i cittadini e nelle istituzioni sull’importanza di avere servizi di Pronto soccorso efficienti, competenti e bene organizzate”. Nata dall’iniziativa della Società Europea in Medicina di Emergenza (EUSEM), in Italia è promossa da SIMEU (Società Italiana di Medicina di Emergenza e Urgenza), quest’anno arriva in piena campagna di vaccinazione mondiale e quando i contagi nel nostro Paese (e in gran parte del mondo) non si sono ancora fermati.  Per l’occasione è stato realizzato anche un video tradotto in 14 lingue: un tributo alla Medicina di emergenza. “Il sistema durante la pandemia ha retto perché noi medici del pronto soccorso siamo abituati a vivere nell’emergenza e abbiamo fatto da argine ad un fiume in piena pur convivendo con le ben note e croniche difficoltà di carenze strutturali e di personale” spiega Paola Noto consigliere nazionale di SIMEU (Società italiana di medicina di Emergenza e Urgenza) e del comitato Emergency day Italia.

Covid ha aumentato l’emergenza

Un fiume in piena confermato da un dato: il 100% dei pazienti ricoverati per Covid sono passati da uno dei 650 pronti soccorso presenti in Italia oltre alle persone arrivate con altre patologie di emergenza. E se i casi urgenti dovrebbero restare in attesa di meno di 6 ore per avere un posto letto, da un’analisi compiuta da SIMEU è risultato che solo il 30% dei pazienti è stato trasferito in reparto entro quel limite di tempo. In realtà, un altro 30% è rimasto in pronto soccorso per oltre 12 ore, mentre un altro 40% è rimasto ben oltre le 24 ore. In sintesi durante la pandemia, oltre il 70% dei pazienti (Covid e no) hanno atteso oltre 6 ore prima di poter essere ricoverati in uno dei reparti.

Servono più medici

“Questo periodo di pandemia ha accentuato i problemi cronici dei pronto soccorso: la carenza di personale, le strutture non adeguate a sostenere l’afflusso dei pazienti e la formazione dei medici.

Per continuare a leggere la news:

Fonte: “Pronto soccorso sotto pressione: il 70% dei pazienti aspetta oltre 6 ore”, LA STAMPA SALUTE

Tratto dahttps://www.lastampa.it/salute/2021/05/27/news/nei_pronti_soccorso_cala_la_pressione_ma_il_70_dei_pazienti_aspetta_oltre_6_ore-303032323/