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Rischio di malattia coronarica (CHD) nel lungo periodo – Un aiuto dalle variazioni di un metabolita intestinale

Un lavoro pubblicato sul Journal of The American College of Cardiology evidenzia nuovi dati longitudinali sul ruolo del metabolita microbico intestinale trimetilammina N-ossido (TMAO) come predittore di malattia coronarica (CHD) nel lungo periodo. Gli autori nello studio precisano che questi dati indicano quanto modifiche nella dieta possano abbassare questo rischio

Un metabolita intestino-microbico, trimetilammina N-ossido (TMAO), è stato associato in altri studi a carico aterosclerotico coronarico. Nessuno studio prospettico precedente ha però affrontato associazioni di cambiamenti a lungo termine nel TMAO con incidenza di malattia coronarica (CHD).

Lo scopo di questo studio era di indagare se i cambiamenti a 10 anni nei livelli plasmatici di TMAO fossero significativamente associati all’incidenza di CHD.
La trimetilammina-N-ossido (TMAO) è un composto organico della classe degli ammino ossidi. È un prodotto dell’ossidazione della trimetilammina, un metabolita comune negli animali. La trimetilammina N-ossido è un osmolita presente nei pesci di mare, negli squali, nelle razze, nei molluschi e nei crostacei.

È considerata come uno stabilizzante proteico che può servire a contrastare l’urea, il principale osmolita di squali e razze. È anche più elevata in concentrazione nei pesci e nei crostacei di acque profonde, dove può contrastare gli effetti destabilizzanti della pressione sulle proteine. TMAO si decompone in trimetilammina (TMA), che conferisce al pesce in decomposizione il caratteristico odore.

Il TMAO si forma quando i batteri intestinali metabolizzano i nutrienti, come la colina, la L-carnitina e la fosfatidilcolina presenti nella carne rossa, nel tuorlo d’uovo e nei prodotti lattiero-caseari ricchi di grassi. Questo produce trimetilammina (TMA), che viene quindi convertita in TMAO nel fegato.
Questo studio prospettico caso-controllo ha incluso 760 donne sane al basale. I livelli plasmatici di TMAO sono stati misurati in due tempi (dal 1989 al 1990) (dal 2000 al 2002); Sono state calcolate le variazioni a 10 anni (Δ) in TMAO…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Rischio di malattia coronarica nel lungo periodo, un aiuto dalle variazioni di un metabolita intestinale”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/gastro/rischio-di-malattia-coronarica-nel-lungo-periodo-un-aiuto-da-un-metabolita-intestinale-31455