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Sclerosi multipla (SM) recidivante-remittente (RRSM), l’efficacia di cladribina è indipendente da età paziente trattato

Il trattamento con compresse da 3,5 mg/kg di cladribina riduce efficacemente il tasso di recidive e il numero di lesioni in risonanza magnetica (RM) in pazienti con sclerosi multipla (SM) recidivante-remittente (RRSM), indipendentemente dall’età. Inoltre, l’età non influisce sulla probabilità che un paziente che riceve cladribina non ottenga alcuna prova di attività di malattia (NEDA, no evidence of disease activity). È quanto rivela uno studio presentato a Seattle, all’incontro annuale del Consortium of Multiple Sclerosis Centers (SMSC 2019)

Nello studio CLARITY di fase 3, una dose cumulativa di 3,5 mg/kg di cladribina per 2 anni è risultata associata a una riduzione significativa del tasso di recidiva e progressione della disabilità e a risultati RM migliorati, rispetto al placebo.

Analisi post hoc degli studi CLARITY e CLARITY extension
L’efficacia del farmaco è persistita nei pazienti passati al placebo in uno studio di estensione di 96 settimane. Uno studio del 2017 di Weideman et al. ha suggerito che il trattamento modificante la malattia (DMT) è meno efficace nei pazienti più anziani. Per questo motivo, un team guidato da Gavin Giovannoni, professore di neurologia alla Queen Mary University di Londra, ha deciso di studiare l’effetto dell’età sull’efficacia del trattamento con 3,5 mg/kg di cladribina.

I ricercatori hanno eseguito un’analisi post hoc degli studi CLARITY e CLARITY extension di pazienti con RRSM recidivante-remittente, categorizzando i pazienti in due classi: età superiore a 45 anni ed età pari o inferiore a 45 anni. I pazienti arruolati nel CLARITY avevano un’età compresa tra 18 anni e 65 anni. Sono stati sottoposti a RM cerebrale durante la valutazione preliminare e alle settimane 24, 48 e 96 o all’interruzione anticipata.

I ricercatori hanno definito una recidiva qualificante come associata a cambiamenti nel punteggio Kurtzke Functional Systems e in altri parametri clinici specificati. Le recidive qualificanti sono state confermate da un medico valutatore indipendente che era in cieco rispetto all’assegnazione del trattamento. Nello studio CLARITY extension, 98 partecipanti che avevano ricevuto compresse di cladribina 3,5 mg/kg nel CLARITY sono stati randomizzati al placebo per altri 2 anni. I partecipanti che hanno continuato con il placebo nel CLARITY extension sono stati valutati in base all’età al momento dell’ingresso nel CLARITY.

Giovannoni e colleghi hanno eseguito analisi di efficacia per: a) recidive qualificanti; b) tutte le ricadute; c) numero medio e cumulativo di nuove lesioni T1 gadolinio-captanti, lesioni T2 attive e lesioni uniche combinate. Gli autori hanno definito il NEDA come libertà da recidive qualificanti, progressione della disabilità confermata a 6 mesi (misurata dal punteggio EDSS [Expanded Disability Status Scale]), lesioni T1 con accumulo del gadolinio e lesioni T2 attive. Sono state eseguite analisi equivalenti per i pazienti che hanno ricevuto il placebo nel CLARITY extension.

Rispetto al placebo, ridotti tassi di recidive e lesioni RM nei più giovani come nei più anziani
All’interno di ciascuna fascia di età, i partecipanti a entrambi i bracci di trattamento avevano caratteristiche basali simili in termini demografici e di malattia. Nel CLARITY, 221 pazienti avevano più di 45 anni e 649 avevano 45 anni di età o meno…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “SM recidivante-remittente, l’efficacia di cladribina è indipendente dall’età del paziente trattato”, PHARMASTARù

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/neuro/sm-recidivante-remittente-lefficacia-di-cladribina-indipendente-dallet-del-paziente-trattato–29845