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Immunoterapia – CAR-T, primi passi nel Servizio sanitario nazionale

Da diversi anni gli esperti di molti settori della medicina hanno identificato l’immunoterapia come una delle più promettenti armi per combattere in futuro molti tipi di patologie. Se molti passi in avanti sono stati compiuti nella ricerca, l’immunoterapia resta ancora in molti settori soltanto ad una fase iniziale. Fortunatamente però esiste un ambito quello della lotta alle leucemie ed ai linfomi, in cui l’immunoterapia (CAR T) è già una realtà ed è pronta ad essere implementata all’interno del Ssn

Infatti, gli scienziati sono riusciti a sviluppare, per questi tipi di malattia, una nuova cura immunoterapica che si basa sulle cosiddette cellule ‘CAR T’. L’acronimo, dall’inglese Chimeric Antigen Receptor T cell, pur riferendosi letteralmente al nome delle cellule ingegnerizzate, descrive in realtà un complesso procedimento in cui alcune cellule del sistema immunitario vengono prelevate dal paziente, geneticamente modificate in laboratorio per poter riconoscere le cellule tumorali e poi re infuse nello stesso paziente. Per favorire i tanti passaggi fondamentali necessari all’introduzione l’utilizzo della terapia Car T all’interno del sistema sanitario, Motore Sanità, in collaborazione con Lombardia Informatica e con il contributo di Gilead e di Novartis ha organizzato il convegno ‘I modelli sanitari regionali e le nuove sfide organizzative: Focus sulle terapie geniche CAR T’, che ha coinvolto esponenti politici, manager della sanità regionale ed esperti per identificare il giusto approccio a questa sfida terapeutica entusiasmante ma problematica.

Molti attori dovranno prendere parte al processo per la somministrazione di queste terapie ed i farmacisti ospedalieri non potranno avere un ruolo secondario. Emanuela Omodeo Salè , Direttore Farmacia IEO e Referente Nazionale area oncologica SIFO infatti afferma: “Sicuramente il ruolo del farmacista è strategico e non deve essere ignorato. E’ necessaria una collaborazione con tutti gli attori coinvolti prosegue Salè per far fronte a tutte le complessità legate all’utilizzo delle CAR T. Queste complessità sono principalmente una complessità procedurale (esempio accreditamento JACIE) logistiche (per il trasporto anche lungo in azoto liquido), burocratiche (notifiche di impianto e altri accreditamenti sui processi), cliniche ( per via del trattamento e gestione degli eventi avversi) e di sostenibilità (seppure i costi non siano stati ancora negoziati). Tra tutte queste complessità – conclude l’esperta – i farmacisti possono dare un supporto indispensabile”.

La terapia CAR-T rappresenta l’ultima frontiera nel trattamento di alcuni tipi di leucemie e linfomi, sino ad ora con scarse possibilità di cura e conseguentemente di aspettativa di vita e guarigione. Si configura come una terapia one shot che deve essere gestita da un team esperto. Tali innovative terapie in grado quindi di salvare la vita a pazienti che non hanno risposto alle terapie convenzionali, necessitano che gli enti regolatori dell’accesso ai farmaci stabiliscano rapidamente un prezzo sostenibile e sistemi di pagamento adeguati ai risultati ottenuti, e che le regioni individuino i centri di riferimento nei quali poter effettuare le terapie su pazienti selezionati ed in grado di esservi sottoposti. L’Italia però si sta preparando a questa grande sfida per dare accesso in tempi brevi ai pazienti, organizzando il percorso di cura…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “CAR-T, primi passi delle immunoterapie nel Servizio sanitario nazionale”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/oncoemato/car-t-primi-passi-delle-immunoterapie-nel-servizio-sanitario-nazionale–29731