Malattie oncoematologiche, Piacenza – Le cure vanno dai pazienti
“I malati oncoematologici necessitano di cure e visite frequenti: un problema se il centro di riferimento dista troppo. Per rispondere a questa esigenza è stato creato un vero e proprio servizio periferico integrato tra l’U.O. di Oncologia del capoluogo Piacenza con le U.O. di Medicina Interna dei tre ospedali periferici per permettere ai malati residenti in zone remote della provincia, di vedere garantite le stesse opportunità di cura di chi vive in città
E l’esperimento funziona, come confermato da una recente pubblicazione nella rivista scientifica Recenti Progressi in Medicina e dal fatto che ha vinto il primo premio nazionale di Cittadinanza Attiva Andrea Alesini 2018.
Piacenza è una città storica affascinante, circondata da colli e fiumi tra i quali si estendono morbide vallate: un panorama romantico tutto da vivere, ma una realtà piuttosto scomoda per le centinaia di pazienti oncologici che devono sottoporsi a regolari visite e terapie, nonché per i familiari che per accompagnarli devono assentarsi dal lavoro.
Per offrire equità di accesso alle cure oncoematolgiche a coloro che abitano nelle numerose valli comprendenti aree sub-urbane, rurali e montane, distanti anche oltre 100 Km dal capoluogo di provincia, è nato uno dei primi servizi di oncologia territoriale italiani. Si tratta di un esempio virtuoso da seguire che, nel solo 2018, ha permesso ai pazienti di effettuare, vicino a casa, oltre 2400 visite, tra cui 635 prime visite, con un accesso ai servizi in crescita dal 2012 a oggi.
Questo progetto vede le figure di oncologo, ematologo e infermiere specializzato itineranti, in orari e giorni prestabiliti, presso strutture territoriali a carattere fortemente infermieristico (Ospedale di Comunità, Casa della Salute), i farmaci antiblastici vengono diluiti a livello centrale e poi recapitati presso le sedi periferiche tramite mezzo di trasporto della Azienda Sanitaria.
“I malati oncologici e oncoematologici necessitano di cure e controlli spesso a cadenza settimanale, bisettimanale, trisettimanale, spesso per molto tempo, a volte per tutta la vita, intervallati da brevi periodi di riposo”, spiega Patrizia Mordenti, Unità Operativa di Oncologia. “Nella realtà sanitaria di Piacenza si è cercato di rispondere alle esigenze dei malati oncologici affrontando la problematica dei bisogni sia personali che dei caregivers considerando la geografia della provincia e la distribuzione della popolazione complessiva anche in aree sub-urbane, rurali e montane. Da qui l’intervento che ha strutturato una vera e propria rete che porta l’oncologo e le cure oncologiche vicino al domicilio del malato sfruttando da un lato l’esistenza di presidi ospedalieri periferici e dall’altro la collaborazione e l’integrazione con i professionisti sanitari delle Unità Operative (U.O.) di Medicina Interna di questi presidi ospedalieri”.
Non si tratta di sola consulenza, ma di un vero e proprio servizio periferico integrato tra l’U.O. di Oncologia del capoluogo Piacenza con le U.O. di Medicina Interna dei tre ospedali periferici per permettere ai malati residenti in zone remote della provincia, di vedere garantite le stesse opportunità di cura di chi vive in città.
Questo si traduce sicuramente anche in un miglioramento della qualità di vita, un risparmio di tempo, fatica e denaro nel raggiungere la sede di terapia, minor impatto sulla dipendenza dai familiari per essere accompagnati nei luoghi di cura e, in definitiva, possibilità di mantenere uno standard di vita più vicino alla normalità anche nella malattia oncologica…”
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Fonte: “Le cure oncoematologiche vanno dai pazienti: Piacenza, un esempio da seguire”, PHARMASTAR