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Carcinoma avanzato del rene – L’associazione di pembrolizumab con axitinib in prima linea dimezza il rischio di morte

L’utilizzo in prima linea dell’associazione pembrolizumab più axitinib ha permesso di prolungare in maniera significativa la sopravvivenza libera da progressione e la sopravvivenza globale rispetto all’attuale standard of care, sunitinib, in pazienti naïve con carcinoma metastatico del rene a cellule chiare

Lo confermano i risultati dello studio randomizzato di fase III KEYNOTE-426 presentati in occasione del Genitourinary Cancers Symposium del 2019 di San Francisco.

Il trattamento con la combinazione ha ridotto del 47% il rischio di morte rispetto a sunitinib (p < 0.0001), anche se la OS mediana non è stata raggiunta in entrambi i bracci di trattamento. La PFS mediana era 15,1 mesi con pembrolizumab/axitinib e di 11,1 mesi con sunitinib: questo si traduce in una riduzione significativa del 31% del rischio di progressione della malattia (p = .0001).

Occorre tenere presente che il RCC metastatico ha una percentuale di sopravvivenza a 5 anni del 12%. “I pazienti con carcinoma metastatico del rene hanno una sopravvivenza molto breve e negli ultimi anni le novità terapeutiche significative in questa forma avanzata di malattia sono poche. Questa nuova opzione terapeutica può essere importante per molti pazienti,” ha detto Robert Dreicer, esperto dell’ASCO e moderatore della conferenza stampa.

“Questi risultati sono eccitanti, perchè la combinazione di pembrolizumab e axitinib ha aumentato in modo significativo la sopravvivenza di questa popolazione di pazienti, con una riduzione del 47% del rischio di morte, una maggiore PFS e una risposta clinica più elevata di quanto osservato con sunitinib,” ha affermato Thomas Powles, Professore di Oncologia Urologica al Barts Cancer Institute, Londra e autore principale dello studio, durante la conferenza stampa. “Aggiungendo pembrolizumab alla terapia anti-VEGF, stiamo osservando risposte notevoli, che possono addirittura prolungare la sopravvivenza dei pazienti; la cosa più importante è che questi risultati sono simili in tutti i sottogruppi. Secondo la mia opinione, pembrolizumab associato ad axitinib dovrebbe essere considerato lo standard of care in questo setting.”

I risultati di uno studio in aperto a singolo braccio di fase Ib avevano mostrato che l’associazione pembrolizumab più axitinib ha un’attività antitumorale superiore a quella di ciascuno dei due farmaci usati in monoterapia nei pazienti naïve con RCC avanzato.2 Inoltre, l’associazione aveva un buon profilo di tollerabilità e una risposta obiettiva (ORR) è stata osservata nel 73% dei casi.

“Sia pembrolizumab che axitinib hanno un’attività intrinseca nei confronti del RCC metastatico,” ha aggiunto Powles. “Un farmaco ad attività anti-angiogenica come axitinib facilita l’infiltrazione delle cellule T.” Secondo la sua opinione, i risultati dello studio di fase Ib mostrano che è più facile combinare axitinib con pembrolizumab rispetto ad altri farmaci antiangiogenici della stessa classe, come ad esempio sunitinib.

Informazioni sullo studio KEYNOTE-426
Nello studio in aperto KEYNOTE-426 sono stati arruolati 861 pazienti con un RCC a cellule chiare di stadio IV di nuova diagnosi o recidivato, randomizzati a pembrolizumab 200 mg per via endovenosa ogni 3 settimane fino a 35 cicli più axitinib 5 mg per via orale ogni 12 ore o sunitinib 50 mg per via orale ogni 24 ore per le prime 4 settimane di un ciclo di 6 settimane…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Carcinoma avanzato del rene, pembrolizumab più axitinib in prima linea dimezza il rischio di morte”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/carcinoma-avanzato-del-rene-pembrolizumab-pi-axitinib-in-prima-linea-dimezza-il-rischio-di-morte–28763