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Tumore al rene avanzato – In alcuni casi intervento evitabile, sufficiente solo sunitinib

Da oggi in poi, molti pazienti ai quali viene diagnosticato un tumore al rene in stadio avanzato potrebbero essere gestiti al meglio in modo meno traumatico e invasivo, evitando l’intervento chirurgico di asportazione del tumore. Lo si evince dai risultati dello studio multicentrico interazionale di fase III CARMENA (Clinical Trial to Assess the Importance of Nephrectomy), presentato nella sessione plenaria del congresso annuale dell’ASCO, a Chicago, e pubblicato in contemporanea sul New England Journal of Medicine

Secondo alcuni esperti questo studio potrebbe far cambiare la pratica clinica, ma non tutti concordano.

“Sunitinib da solo non è inferiore alla nefrectomia seguita da sunitiib. Quando è necessaria una terapia medica, la nefrectomia citoridutiva non dovrebbe più essere considerata lo standard di cura per i pazienti con carcinoma a cellule renali metastatico” ha detto il primo autore del trial, Arnaud Méjean, dell’Hôpital Européen Georges Pompidou e della Université Paris Descartes di Parigi.

D’ora in avanti, quindi, sulla base dei risultati dello studio questi pazienti potrebbero essere trattati con la sola terapia sistemica, cioè con l’inibitore delle tirosin chinasi (TKI) sunitinib. Nel trial, infatti, sunitinib in monoterapia è risultato non meno efficace dell’attuale standard di cura, rappresentato dalla nefrectomia citoriduttiva più sunitinib, in pazienti con carcinoma renale metastatico sincrono.
Méjean ha aggiunto che il TKI sembra addirittura prolungare la sopravvivenza, ma lo studio è era disegnato in modo da rilevare la non inferiorità, e non la superiorità del solo sunitinib rispetto allo standard.

Sopravvivenza globale con l’intervento e senza
La sopravvivenza globale (OS) mediana è risultata di 18,4 mesi nel braccio trattato con sunitinib contro 13,9 mesi nel braccio trattato con l’attuale standard di cura (HR 0,89; IC al 95% 0,71-1,10). Il margine di non inferiorità specificato dal protocollo per il limite superiore dell’intervallo di confidenza era ≥ 1,20.

Inoltre, l’OS mediana è risultata simile nei due bracci sia nel sottogruppo di pazienti con prognosi intermedia (23,4 mesi contro 19,0 mesi; HR, 0,92; IC al 95% 0,68-1,24) sia in quello con prognosi sfavorevole (13,3 contro 10,2 mesi; HR 0,85; IC al 95% 0,62-1,17) secondo la classificazione MSKCC. I pazienti con prognosi favorevole erano stati esclusi dall’arruolamento.

La sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana è risultata di 7,2 mesi (IC al 95% 6,2-8,5) con il solo sunitinib contro 8,3 mesi (IC al 95% 6,2-9,9) con la chirurgia più sunitinib…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Ca al rene avanzato: in alcuni casi intervento evitabile, sufficiente il solo sunitinib. #ASCO2018”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/ca-al-rene-avanzato-in-alcuni-casi-intervento-evitabile-sufficiente-il-solo-sunitinib-asco2018-26979