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Danno cardiaco da crisi epilettiche – Combinazione di atenololo più diazepam lo riduce

L’attenuazione delle crisi convulsive con diazepam non offre protezione cardiaca, tuttavia la somministrazione concomitante di diazepam e atenololo impedisce lo sviluppo di disfunzione cardiaca indotta dagli attacchi. È quanto ha rivelato uno studio preclinico pubblicato online su “Epilepsia”, dimostrando anche come l’intervento con atenololo debba essere fortemente considerato come un trattamento clinico aggiuntivo per ridurre la cardiomiopatia durante le crisi

«Un’alterazione dell’attività autonoma è stata implicata nello sviluppo della disfunzione cardiaca durante le crisi epilettiche» ricordano gli autori, capitanati da Morgan I. Read, del Dipartimento di Farmacologia e Tossicologia della University of Otago School of Medical Sciences, a Dunedin (Nuova Zelanda).

Lo studio condotto dal team di Read ha indagato se intervenire nella progressione delle crisi con diazepam potesse ridurre la cardiomiopatia indotta da crisi. In secondo luogo, è stata esaminata l’ipotesi che la combinazione di atenololo con diazepam, come intervento dopo l’insorgenza delle crisi, fosse in grado di contrastare il danno cardiaco durante lo stato epilettico.

Metodologia della sperimentazione
Ratti maschi Sprague-Dawley sono stati impiantati con elettrodi elettroencefalografici/elettrocardiografici per consentire registrazioni simultanee durante le convulsioni indotte da acido kainico (KA) intraippocampale (2 nmol, 1 mcL).

Sono stati somministrati sottocute in soluzione salina atenololo (5 mg per kg-1), diazepam (5 mg per kg-1) o atenololo e diazepam (n = 12 per gruppo) a 60 minuti post-KA e ogni giorno per 7 giorni, durante i quali sono stati valutati l’ecocardiografia puntuale, la suscettibilità alle aritmie indotte da aconitina e l’istologia.

Risultati migliori con il beta-bloccante, da solo o con la benzodiazepina
L’attività convulsiva è risultata associata a un aumento immediato della frequenza cardiaca, dell’intervallo QTc e della pressione arteriosa (BP: 10% -30% tra gli indici).
Per sette giorni nel post-trattamento, si è trovato che gli animali trattati con soluzione fisiologica avevano una funzione ventricolare sinistra ridotta, un’aumentata cicatrice fibrotica e un elevato rischio di aritmie indotte da aconitina.

«Il trattamento con diazepam ha ridotto significativamente i comportamenti cumulativi convulsivi del 79% rispetto agli animali trattati con soluzione salina, ma non ha offerto alcuna protezione cardiaca» affermano gli autori. Inoltre, «il diazepam ha aumentato significativamente la pressione arteriosa (35%) e ha aumentato il rischio di aritmie bigemine (36%) rispetto agli animali trattati con soluzione fisiologica» proseguono Read e colleghi.

Invece, sottolineano, «la somministrazione di atenololo, da sola o con diazepam, ha ridotto la frequenza cardiaca, l’intervallo QTc e la pressione arteriosa ai livelli di controllo. L’atenololo ha inoltre preservato la morfologia cardiaca e ridotto il rischio di aritmia».

Quale applicabilità clinica?
Seppure si sia trattato di uno studio condotto su modello animale, considerando la ben nota conoscenza dell’efficacia e sicurezza dei farmaci impiegati e applicando i principi della medicina traslazionale, si può fin d’ora considerare l’impiego combinato di atenololo e diazepam nelle crisi che possono provocare danno cardiaco da disfunzione autonomica, fanno capire gli autori…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Danno cardiaco da crisi epilettiche ridotto da combinazione di atenololo più diazepam, evidenza preclinica”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/neuro/danno-cardiaco-da-crisi-epilettiche-ridotto-da-combinazione-di-atenololo-pi-diazepam-evidenza-preclinica-26447