Tumore alla prostata – Diagnosi in ritardo
“Un’indagine mette in luce i problemi inglesi: per accertare il cancro alla prostata serve il quadruplo del tempo rispetto a quello del seno. In Italia uomini meno attenti alla prevenzione
Le donne con un sospetto di tumore al seno impiegano 14 giorni per avere una diagnosi certa e, quindi, poter iniziare le terapie, mentre per gli uomini con i sintomi di un cancro alla prostata ne servono 56. Il quadruplo. A mettere in luce il problema in Gran Bretagna è uno studio da poco pubblicato sul British Journal of General Practice che, secondo gli esperti del Regno Unito, spiegherebbe perché la sopravvivenza per il tumore più diffuso nel sesso maschile è più bassa fra gli inglesi rispetto a quella di molti altri Paesi occidentali.
Arrivare presto
«Sappiamo ormai per certo che una diagnosi precoce è fondamentale per avere maggiori probabilità di guarire dal cancro – ricorda Paolo Veronesi, presidente di Fondazione Umberto Veronesi, che da alcuni anni ha lanciato il progetto SAM dedicato alla promozione della Salute al Maschile -: se la malattia è agli esordi, ancora di piccole dimensioni e senza metastasi, possiamo intervenire in modo meno invasivo con la chirurgia. Quando non si è diffusa ad altri organi, può bastare anche solo l’operazione. E, in ogni, caso più iniziale è lo stadio del tumore, più alte sono le possibilità di curarlo con successo, guarire o comunque conviverci per molti anni».
Problemi urinari
Per questo è molto importante non trascurare le possibili avvisaglie della presenza di un disturbo alla prostata: «Pur non esistendo dei sintomi caratteristici del carcinoma della prostata all’esordio, non bisogna ignorare la comparsa di vari problemi urinari quali – spiega Roberta Gunelli, vice presidente di AURO.it Associazione Urologi Italiani e direttore dell’Urologia dell’Ospedale Morgagni-Pierantoni di Forlì -: difficoltà a iniziare la minzione, flusso urinario debole, necessità di “spingere” durante la minzione, incompleto svuotamento della vescica, elevata frequenza delle minzioni, urgenza di svuotare la vescica e presenza di minzioni notturne. Sono sintomi che si accompagnano all’ipertrofia prostatica benigna, molto comune nei maschi dopo i 50 anni e che quindi non devono allarmare, ma che non devono essere sottovalutati e ignorati. Basta parlarne con il medico di famiglia che valuterà se è necessaria la visita con lo specialista urologo facendola precedere da eventuali esami. Questa semplice attenzione potrà essere la prevenzione migliore del carcinoma prostatico consentendo una diagnosi precoce e tempestiva».
Sopravvivenza all’88,6%
Secondo il recente report britannico, un quinto dei pazienti inglesi va incontro a ritardi che sarebbero evitabili se il sistema sanitario del Paese funzionasse in modo più adeguato: «Grazie allo screening di routine con mammografia il 75 per cento delle donne riceve la diagnosi di cancro al seno entro 19 giorni – sottolinea Helen Stokes-Lampard, a capo del Royal College dei Medici di Famiglia -. Mentre il tumore prostata risulta tra i più «lenti»: se la media è di 56 giorni, oltre un quarto dei malati ne aspetta ben 126. Bisogna migliorare l’accesso dei medici inglesi agli strumenti diagnostici più moderni e svecchiare i macchinari in molti ospedali. E poi bisogna sollecitare l’attenzione degli uomini, proprio come è stato fatto fin dagli anni Settanta con tante campagne di prevenzione per cancro al seno».Il tumore della prostata è la neoplasia più frequente tra i maschi a partire dai 50 anni di età e nel 2017 sono state circa 35mila nel nuove diagnosi in Italia.«Negli ultimi 20 anni la sopravvivenza dei pazienti nel nostro Paese è costantemente migliorata – dice Riccardo Valdagni, direttore del Programma Prostata all’Istituto Nazionale Tumori (Int) di Milano – e oggi, a 5 anni dalla diagnosi di carcinoma, è vivo l’88,6 per cento degli uomini». Una percentuale molto vicina a quella delle donne italiane con cancro al seno.
Prevenire l’impotenza
Certo è che anche in Italia gli uomini, di tutte le età, sono meno attenti alla loro salute: «Secondo le statistiche, 8 uomini su dieci non sono mai andati dall’urologo – aggiunge Paolo Veronesi -…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Prostata: diagnosi di tumore «in ritardo» negli uomini”, CORRIERE DELLA SERA / SPORTELLO CANCRO