Psicosi, Schizofrenia e disturbo bipolare – Esiste un rischio poligenico
“Schizofrenia e disturbo bipolare sono patologie con una complessa componente genetica caratterizzata da mutazioni a carico di diversi geni. Uno studio caso-controllo su ampi numeri,condotto da ricercatori inglesi avrebbe individuato un gradiente rischio poligenico. Questo gradiente di rischio influenza la sintomatologia delle due patologie psichiatriche
(Reuters Health) – Da tempo è nota la complessa componente genetica della schizofrenia con mutazioni a carico di diversi geni. Ora uno studio danese avrebbe identificato un gradiente di responsabilità poligenica nella schizofrenia e nel disturbo bipolare, che potrebbe spiegare l’eterogeneità clinica di ciascuna patologia e tra i due disturbi.
Lo studio
Per studiare l’associazione tra responsabilità poligenica correlata ai sintomi della schizofrenia e del disturbo bipolare, Judith Allardyce e il suo team dell’Università di Cardiff, nel Regno Unito, hanno condotto uno studio caso-controllo, analizzando i dati clinici e genetici di 4.436 individui, il 67% donne, con diagnosi di disturbo bipolare la cui età media al primo colloquio era di 46 anni, e li hanno confrontati con i dati genotipici di 4.976 persone affette da schizofrenia e 9.012 casi-controllo.
Come riportato online su JAMA Psychiatry il 22 novembre scorso, era presente un gradiente di esposizione-risposta tra fenotipi clinici, con una più forte associazione dei punteggi di rischio (PRS) per schizofrenia (rapporto rischio 1,94), seguita da disturbo schizo-affettivo bipolare (rapporto rischio 1,37), disturbo bipolare I (rapporto rischio 1,30) e disturbo bipolare II (rapporto rischio 1,04). All’interno dei casi di disturbo bipolare, era presente un gradiente di effetto determinato dalla natura della psicosi. Aspetti psicotici apparentemente incongrui dell’umore presentavano l’associazione più forte (rapporto rischio 1.46), seguita da psicosi congrue all’umore (rapporto rischio 1,24) e nessuna psicosi (rapporto rischio 1,09)…”
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Fonte: “Psicosi. Esiste un rischio poligenico”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=56553