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Mototerapia – Campione di motocross: «Disabili e ciechi: vi porto tutti in moto»

Un incontro a Mosca con un taxista senza gambe gli cambia la vita. Così Vanni Oddera, campione di freestyle bello, si avvicina al mondo della disabilità e inventa la mototerapia. L’ultima tappa all’Eicma di Milano. «Il vento fra i capelli – dice – fa venire voglia di vivere»

La svolta con il taxista senza gambe

«I ciechi li faccio guidare mettendoli a cavalcioni davanti a me. Con i tetraplegici è più difficile perché si siedono con le gambe di lato, come facevano le donne. Disabili, down, malati: in un modo o nell’altro sulla mia moto porto tutti». Vanni Oddera, 36 anni, era un campione di motocross freestyle. Bello e dannato. Sport estremo, divertimento pure. Finché un giorno la sua vita cambia. Succede nel 2009, a Mosca, dove si trova per un’esibizione: «Mi preparo e mi metto in tasca un po’ di banconote, pronto a godermi una mega festa. Prendo un taxi e appena salgo sento una puzza orrenda. Infastidito, mi sporgo in avanti e vedo che il taxista non ha le gambe. Guida con l’aiuto di aggeggi sul volante ed è difficile per lui scendere per fare la pipì, ma anziché fare l’elemosina lavora. In quell’attimo capisco che io ho tutto, altri quasi nulla».

La prima giornata con i disabili

Tornato in Liguria, dove è nato e cresciuto a Pontinvrea nell’entroterra di Savona, Vanni si allena, fa come sempre il diavolo a quattro. Ma qualcosa gli lavora dentro. Finché decide di contattare Chicco, un amico che lavora in una casa per disabili ad Acqui Terme. E un giorno gli propone di portare i ragazzi disabili da lui. «Ricordo benissimo quella giornata. Prima mi sono messo a fare il buffone per rompere il ghiaccio, poi ho cominciato con la mia esibizione: salti, accelerazioni. Finito lo show, un ragazzo viene da me e mi dice: “Mi fai provare?”. Per qualche secondo la frase mi martella, poi lo prendo in braccio, lo carico fra me e il manubrio e lo porto il giro per i campi. Lui urla, ride, piange. Quando ci fermiamo ha il volto trasfigurato: mi dice che era stata la cosa più bella che avesse mai fatto».

La mototerapia con i Daboot

Così Vanni decide di restituire un po’ della fortuna e si inventa la «mototerapia». Durante i suoi show, inizia a fermarsi più a lungo per portare in moto chiunque voglia provare. La sua «trovata» piace. E gli appuntamenti si susseguono sempre di più. Oggi Vanni fa circa 50 date all’anno, tutte gratuite, aiutato dal suo gruppo di amici, i «DaBoot», altri 20 ragazzi motociclisti come lui, impegnati nella mototerapia. «Questa parola non mi piace – dice Vanni – io non sono un terapeuta. È la moto che fa tutto. In genere, è uno show privato di 20-30 minuti. E già quando accendo la moto e li faccio mettere vicino alle rampe sentono la botta dentro, il rumore è mostruoso, l’aria si sposta. Quando finisco, li invito a salire con me. Così possono provare anche loro l’ebbrezza della velocità, la sensazione di libertà. Per ragazzi che passano la vita in sedia a rotelle salire in moto è una bomba»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “La sfida del campione di motocross«Disabili e ciechi: vi porto tutti in moto»”, CORRIERE DELLA SERA BUONE NOTIZIE L’IMPRESA DEL BENE

Tratto dahttp://www.corriere.it/buone-notizie/cards/sfida-campione-motocross/prima-giornata-disabili.shtml