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Steatoepatite non alcolica – Scarsi benefici terapeutici con cenicriviroc dopo 2 anni

Non convincono gli ultimi dati su cenicriviroc, farmaco in sviluppo per la steatoepatite non alcolica (NASH). I risultati dello studio di fase 2b, CENTAUR, hanno infatti mostrato limitati benefici terapeutici sulla fibrosi epatica in pazienti adulti con NASH

Tra le nuove opzioni terapeutiche in fase sperimentale, per la NASH, vi è anche cenicriviroc, un antagonista del recettore C-C per le chemochine di tipo 2 e 5. Cenicriviroc ha un tempo di dimezzamento nel plasma di 30 a 40 ore ed è stato progettato per interrompere la cascata infiammatoria nella NASH che porta alla fibrogenesi.

Nel luglio 2016 tale molecola non era riuscita a raggiungere l’endpoint primario in uno studio di fase IIb. Per tale motivo, le azioni di Tobira Therapeutics, azienda che si occupava del suo sviluppo erano scese di circa la metà. Nel mese di settembre dello scorso anno questa piccola società farmaceutica è stata acquisita da Allergan che ne ha proseguito gli studi.

Lo studio CENTAUR è un trial di fase IIb, in cui il farmaco è stato assunto oralmente, una volta al giorno. Il trail ha coinvolto 289 pazienti con NASH istologicamente definita, un punteggio dell’attività NAFLD  di almeno 4, stadio della fibrosi epatica da 1 a 3, diabete o sindrome metabolica.

I risultati a un anno, presentati lo scorso novembre al congresso dell’American Association for the Study of Liver Diseases, avevano mostrato un raddoppio delle probabilità di miglioramento della fibrosi nei pazienti trattati col farmaco rispetto ai pazienti che avevano ricevuto il placebo.

Lo studio aveva evidenziato che i benefici del trattamento erano maggiori nei soggetti con più alta attività di malattia e con uno stadio più avanzato; nel primo anno di trattamento, però,  non era stato raggiunto l’endpoint primario di efficacia.

I risultati appena annunciati si riferiscono al secondo anno di trattamento ed evidenziano che i pazienti trattati con cenicriviroc non sono riusciti a ottenere un miglioramento statisticamente significativo nella fibrosi epatica rispetto ai pazienti che avevano ricevuto il placebo.
I dati includevano pazienti trattati per due anni con cenicriviroc e quelli che sono passati a tale farmaco dopo un anno con placebo…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Steatoepatite non alcolica, scarsi benefici terapeutici dopo due anni di terapia con cenicriviroc”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/gastro/steatoepatite-non-alcolica-scarsi-benefici-terapeutici-dopo-due-anni-di-terapia-con-cenicriviroc-24894