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Wise, startup italiana, ha sviluppato dei circuiti innovativi da impiantare su cervello e spina dorsale, per il monitoraggio operatorio e la cura del dolore cronico

“La startup ha sviluppato dei circuiti innovativi da impiantare su cervello e spina dorsale, per il monitoraggio operatorio e la cura del dolore cronico. Con questo secondo round di finanziamento dovrebbe portarli fino al mercato nel 2019

Un prototipo dell’elettrodo spinale di Wise

ROMA – Elettrodi cerebrali per monitorare l’attività dei pazienti durante un’operazione. E elettrodi spinali per la cura del dolore cronico. I due prodotti innovativi creati da Wise, startup italiana nata nel 2012 da un gruppo di ricercatori del Politecnico di Milano, fanno un passo in più verso il mercato. Giovedì la società tecnologica ha annunciato la chiusura un secondo round di finanziamento da 6,5 milioni di euro, tutto sottoscritto dai precedenti soci, i fondi Principia e Atlante (Intesa Sanpaolo), le società di investimento F3F e Antares, e il venture tedesco specializzato in tecnologie industriali High-Tech Grunderfonds. “Questi soldi, uniti alla vittoria di un bando da un milione di euro della Regione Lombardia, ci permetteranno di andare avanti fino al 2019”, spiega Luca Ravagnan, amministratore delegato di Wise. Portando il primo prodotto, l’elettrodo corticale, fino alla commercializzazione e iniziando la sperimentazione preclinica di quello spinale, il vero gioiello della società.

L’innovazione di Wise rispetto agli operatori oggi sul mercato è nella tecnica produttiva: la startup riesce a inserire dei circuiti elettrici all’interno di un materiale plastico, creando così degli elettrodi particolarmente flessibili, elastici e resistenti, più facili da impiantare e più stabili all’interno del corpo del paziente una volta inseriti. “L’elettrodo corticale sarà la prima dimostrazione che la nostra tecnologia può arrivare sul mercato”, dice il 38enne Ravagnan. Al momento il prodotto è in fase di studio clinico, una novità prevista dalle recenti normative di settore che ha provocato un ritardo sulla tabella di marcia, al termine del quale inizierà il processo di marcatura CE, che dovrebbe concludersi a fine 2018 aprendo la strada del mercato. “Si potrà usare per monitorare i pazienti durante operazioni chirurgiche al cervello, tipicamente l’asportazione di tumori”, spiega il ricercatore.

Ma è con l’elettrodo spinale, impiantato sul midollo per la cura del dolore cronico, che Wise pensa di fare davvero la differenza: “Le attuali piattine richiedono di rimuovere parte di una vertebra per essere impiantate e rimossi quando si rompono, la nostra può essere piegato e inserito in maniera meno invasiva”. Qui i tempi sono più lunghi e le procedure di sperimentazione clinica più costose. Entro fine anno la società punta ad avere un primo prototipo industriale, poi inizieranno i test su animali di piccola e grossa taglia. Difficile pensare al mercato prima del 2021, ma non è detto che sia Wise da sola a portarcelo: “L’ultima parte del percorso si può fare in partnership con una grande azienda del settore”, dice Ravagnan. Ma senza neppure escludere di vendere la tecnologia dopo la commercializzazione dell’altro elettrodo: “E’ la prima finestra di opportunità”. Nel 2015 la startup aveva chiuso un primo round di finanziamento da 3 milioni di euro.

Nel frattempo la startup è arrivata a 15 dipendenti, entro fine anno dovrebbe raggiungere la ventina…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Gli elettrodi flessibili di Wise conquistano 6,5 milioni di euro”, R.it Rubriche

Tratto dahttp://www.repubblica.it/rubriche/startup-stories/2017/05/25/news/wise_finanziamento_6_5_milioni-166367669/