Neurologia – L’importanza di fare “rete”
“Le difficoltà di diagnosi, la necessità di cure tempestive, il numero crescente di pazienti impongono ai centri di cura di collaborare per condividere le scelte terapeutiche
Le sfide che il Sistema sanitario si trova ad affrontare cambiano velocemente e devono cambiare anche le risposte: fino a pochi anni fa lo stroke ovvero l’ictus cerebrale rappresentava una delle priorità, un’epidemia silente che mieteva una vittima ogni quattro minuti. Grazie ai trattamenti garantiti da équipe multidisciplinari e multiprofessionali, guidate da neurologi, nelle “ Stroke Unit” i tempi d’intervento e le complicanze si sono ridotte con un aumento della sopravvivenza e riduzione di mortalità, disabilità e costi.
Il modello
L’auspicio – formulato l’anno scorso a Pavia al primo Congresso Nazionale dell’Associazione di Neurologia dell’Emergenza Urgenza ANEU- è di estendere a tutti i pazienti neurologici acuti una presa in carico precoce e multiprofessionale, sul modello delle Stroke Unit, si sta realizzando in Toscana e come dice Pasquale Palumbo della UO Neurologia di Prato: «Questa potrebbe essere la risposta migliore a una nuova emergenza sanitaria che, in assenza di adeguate contromisure, rischia di aumentare in tal misura il numero di pazienti cronici da travolgere il nostro Sistema sanitario».
I malati cronici
L’ultima indagine ISTAT, di pochi giorni fa evidenziato che la popolazione italiana continua a invecchiare e gli over 65 sono quasi un quarto della popolazione (22,3 %), (con 727 mila italiani oltre i 90 ann)i. Ogni anno guadagniamo 6 ore di vita, ma il rischio è che questo risultato si trasformi in un boomerang perché favorirà la cronicizzazione di malattie come ipertensione, diabete, bronco-pneumopatie, osteo-artrosi, fra le più frequenti in questa fascia d’età.
Demenza e Parkinson
A destare le maggiori preoccupazioni sono le patologie neurodegenerative, come demenza e malattia di Parkinson, e i neurologi, al recente Meeting delle Neuroscienze Toscane SIN-SNO svoltosi dal 6 all’8 aprile a Grosseto, hanno ribadito che l’unica possibilità di fronteggiarlo è la collaborazione fra i vari centri. Anche perché i neurologi non basteranno: secondo uno studio pubblicato due anni fa sulla rivista Neurology per contrastare in tutto il mondo questa valanga di pazienti entro il 2025 sarebbero dovuti aumentare almeno del 19% , ma, almeno in Italia siano lontani da queste cifre.
Collaborazione e condivisione
Il cervello, fanno notare i ricercatori toscani ha una caratteristica unica rispetto a tutti gli altri organi: una volta leso, non si ripara più, né da solo, né con l’aiuto del medico. «E anche per malattie, come la sclerosi multipla che tendono a cronicizzarsi ancor prima che si arrivi in tarda età— sottolinea Luca Massacesi, dell’Università di Firenze — l’unico rimedio è prevenire o agire prima che il danno si sviluppi, poiché un limite intrinseco del sistema nervoso è l’impossibilità di rigenerazione». Ma non tutti hanno la competenza per non lasciarsi fuorviare da manifestazioni atipiche: ecco perché la condivisione in tempo reale delle decisioni cliniche è fondamentale. E, quindi, risulta vincente un network di telemedicina come quello previsto nelle tre “aree vaste” in cui è divisa la Toscana. In ogni Regione italiana si potrebbe fare lo stesso. Nell’area vasta nordovest toscana è esempio già attivo un gruppo di lavoro Parkinson-Demenze interaziendale coordinato da Renato Galli che connette oltre mezza dozzina di centri, da Portoferraio a Massa Carrara, per una risposta articolata nell’assistenza dei cittadini con malattie neurodegenerative.
Le difficoltà della diagnosi
Un esempio calzante delle difficoltà che ogni giorno devono affrontare i neurologi i è la presentazione clinica che può avere uno stroke che non è raro inquadrare come un’alterazione diversa: si parla infatti di stroke “mimici”, e cioè di lesioni che lo mimano; Ma può anche accadere il contrario, veri stroke con una presentazione clinica ingannevole e, in questo caso, si parla in di stroke “camaleonte”. L’incidenza di stroke mimici e camaleonte varia a seconda del contesto in cui viene valutato il paziente, con una percentuale di errore che in Pronto Soccorso può interessare fino a un quarto dei casi. Ma un immediato inquadramento clinico è indispensabile per evitare ritardi o errori diagnostici per offrire rapidamente il più adeguato percorso terapeutico…”
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Fonte: “In neurologia bisogna «fare rete», CORRIERE DELLA SERA / NEUROSCIENZE