Osteoporosi indotta da glucocorticoidi- Dopo 2 anni trattamento, denosumab batte risedronato
“Uno studio di fase 3, presentato nel corso dell’ultimo congresso EULAR ad Amsterdam, ha documentato un maggior incremento della robustezza ossea in pazienti con osteoporosi indotta da glucocorticoidi, se trattati con denosumab rispetto a risedronato. A maggio, la FDA ha approvato un’ulteriore indicazione d’impiego del denosumab proprio nei pazienti adulti con OP indotta da glucocorticoidi, ad elevato rischio di frattura
Il farmaco in questione, un anticorpo monoclonale che blocca RANKL, è da tempo approvato per l’uso nelle donne in postmenopausa affette da OP e ad elevato rischio fratturativo, nel trattamento dell’OP maschile ad elevato rischio di frattura, nelle donne in terapia adiuvante con inibitori dell’aromatasi per il carcinoma della mammella e negli uomini sottoposti a terapia di deprivazione androgenica per il carcinoma non metastatico della prostata.
Disegno dello studio
L’OP secondaria è un ben noto effetto collaterale del trattamento con GC e, nonostante esistano terapie appropriate per questo disturbo del metabolismo scheletrico, molti pazienti non vengono ancora trattati per questa condizione.
L’obiettivo dello studio presentato al Congresso, della durata di 24 mesi, è stato quello di valutare la sicurezza e l’efficacia di denosumab vs. risedronato in individui trattati con GC necessitanti di trattamento in base alle LG.
A tal scopo, sono stati reclutati 795 soggetti adulti in trattamento con GC (7,5 mg o dosi maggiori giornaliere di prednisone, o equivalenti) in 79 centri dislocati in Europa, Nord-America, America Latina e Asia.
I pazienti sono stati suddivisi in due popolazioni sulla base della durata d’impiego di GC: pazienti che avevano iniziato il trattamento con GC da poco (meno di 3 mesi) (n=290) e pazienti con una storia d’impiego di GC di lungo corso (più di 3 mesi) (n=505)…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “Osteoporosi indotta da glucocorticoidi, denosumab batte risedronato dopo 2 anni trattamento”, PHARMASTAR