Coronavirus e oncologia – Test per tutti i malati oncologici polmonari, alla diagnosi e durante il successivo trattamento
“È quanto chiede in una lettera aperta al ministero della Salute l’organizzazione Alcase Italia Odv (Alliance for Lung Cancer Advocacy, Support and Education): “Chi ha un cancro del polmone non ha soltanto il rischio di avere una forma più severa o addirittura letale di COVID-19, ma ha anche quello di subire decisioni terapeutiche incerte. Va quindi protetto”.
17 APR – “Emanazione di disposizioni immediate affinché siano sottoposti a test diagnostici per il Covid-19 tutti i malati oncologici polmonari, alla diagnosi e durante il successivo trattamento – se ritenuto clinicamente opportuno – indipendentemente dalla regione e dalla località in cui essi risiedono. Disposizioni che devono essere diffuse, nel più breve tempo possibile ed in modo capillare, alle Aziende Sanitarie Locali su tutto il territorio nazionale”.
È quanto chiede in una lettera aperta al ministero della Salute Roberto Speranza, l’organizzazione Alcase Italia Odv un’alleanza per la lotta al cancro del polmone, attraverso la difesa dei diritti delle persone ammalate, il loro supporto materiale e morale, e l’informazione a 360° sulla malattia.
“Come ben sappiamo, anche grazie alle chiare indicazioni del prof. Locatelli – scrive Alcase – particolare attenzione va posta ai pazienti sottoposti a trattamento chirurgico per tumori a localizzazione polmonare, con trattamento che abbia comportato un sacrificio parziale o totale di parenchima polmonare. Ma non solo le persone sottoposte a un pregresso intervento di resezione polmonare per cancro al polmone sono particolarmente a rischio. Lo sono anche (forse ancora di più) quelle che convivono con un tumore al polmone che non è più operabile (e magari sottoposte a terapie immunodepressive).