Cancro al seno – Recidiva non dipende da innesto adiposo autologo
“Diretto e coordinato da Humanitas, lo studio ha coinvolto per la prima volta al mondo 5.500 pazienti dimostrando che un’eventuale ripresa della malattia non è vincolata al lipofilling
Rozzano – La ricostruzione del seno è parte integrante della cura del cancro e gioca un ruolo molto importante nel miglioramento della qualità di vita dei pazienti con tumore al seno. Uno studio, diretto e coordinato da Humanitas, capofila di 17 Centri* di senologia di tutta Italia, ha dimostrato la sicurezza oncologica del lipofilling, tecnica che utilizza il tessuto adiposo del paziente per rimodellare aree del corpo danneggiate da tumori, traumi o malformazioni congenite.
“Punto di forza di questo studio promosso da Senonetwork, la rete delle Breast Unit in Italia, è rappresentato dai suoi numeri, poiché sono stati raccolti i dati di ben 5.500 pazienti – spiega il prof. Marco Klinger, Principal Investigator, responsabile Chirurgia Plastica di Humanitas e docente dell’Università degli Studi di Milano – Mai nessuna ricerca prima aveva analizzato una casistica così numerosa. Per questo sentiamo di essere arrivati a una conclusione definitiva e completamente tranquillizzante per le pazienti”.
Sempre più utilizzato in chirurgia ricostruttiva (oltre che estetica) il lipofilling è un autotrapianto di grasso che permette di ricreare volumi persi in seguito a interventi oncologici o traumi e di rigenerare i tessuti di rivestimento, grazie alla presenza di fattori di crescita e cellule staminali adulte. Si tratta di una procedura poco invasiva, che comporta il prelievo di piccole quantità di grasso dalle sedi in questo è naturalmente presente (l’addome o le cosce, di solito), un breve trattamento di depurazione in sala operatoria e quindi il suo trasferimento nei punti in cui si vuole ricreare un volume o migliorare la qualità dei tessuti, rendendoli più elastici e vitali.
Anche in seguito a un approccio senologico meno drastico, che ha visto diminuire le mastectomie in favore di un aumento delle quadrantectomie, il lipofilling è sempre più protagonista nella chirurgia mammaria post-oncologica, in quanto strumento ideale per colmare piccoli deficit di volume e soprattutto per “rigenerare” i tessuti in seguito alla radioterapia, riducendo le complicanze in caso di impianto di protesi.
I risultati ottenuti con un campione così numeroso dimostrano per la prima volta al mondo che un’eventuale recidiva non è vincolata all’innesto adiposo autologo.
“Questo lavoro è l’ultimo di una lunga serie che abbiamo eseguito su questo tema in Humanitas – sottolinea Klinger – Il primo ha dimostrato clinicamente l’efficacia del lipofilling nel trattamento degli esiti da ustione, consentendo ai pazienti il recupero della motilità, una minore dolorabilità delle cicatrici e maggiore uniformità della cute…”
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Fonte: “Ricostruzione del seno in oncologia: recidiva non dipende da innesto adiposo autologo. Lo dimostra uno studio italiano”, insalutenews