Alzheimer – Per i caregiver, terapia cognitivo-comportamentale “telefonica”
“I caregiver delle persone con Alzheimer o altro tipo di malattia neurodegenerativa corrono un rischio doppio di andare incontro a sindromi ansioso-depressive. In Germania un gruppo di ricercatori ha sperimentato un supporto di terapia cognitivo- comportamentale di supporto somministrato in sessioni telefoniche di 50 minuti, ottenendo una significativa riduzione della sintomatologia ansioso-depressiva
(Reuters Health) – Uno speciale programma di terapia di tipo cognitivo-comportamentale (Cbt – cognitive behavioral therapy), condotta per telefono sarebbe in grado di sostenere i caregiver che si occupano di un parente che soffre di Alzheimer o altre forme di demenza. A evidenziarlo uno studio pubblicato da Gerontologist coordinato da Gabriele Wilz, della Freidrich Schiller University di Jena, in Germania.
La Cbt è una forma comune di psicoterapia che insegna la regolazione a livello emotivo e lavora sulla capacità di rispondere efficacemente a situazioni ed emozioni stressanti o difficili. Normalmente viene condotta in sessioni faccia a faccia e per questo è spesso inaccessibile ai caregiver che assistono i loro cari a casa e che, rispetto ai caregiver che assistono pazienti con altre patologie, sono esposti al doppio delle probabilità di andare incontro a difficoltà emotive, fisiche ed economiche.
Lo studio
I ricercatori tedeschi hanno progettato un programma di Cbt su misura per i caregiver che seguono i malati con demenza, da eseguire via telefono. Per sperimentarlo, Wilz e colleghi hanno preso in considerazione 273 caregiver di un coniuge o di un genitore con demenza e li hanno sottoposti o a Cbt per telefono eseguita da uno psicoterapeuta addestrato, con sessioni di circa 50 minuti nell’arco di sei mesi, mentre un gruppo di controllo è stato avviato all’assistenza psicologica territoriale. I partecipanti sono stati valutati all’inizio dello studio, dopo sei e dopo 12 mesi…”
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Fonte: “Alzheimer: terapia cognitivo-comportamentale “telefonica” per i caregiver”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=57177