Carcinoma uroteliale avanzato – La chemio a base di Nab-paclitaxel più l’anti-PD-1 pembrolizumab fornisce risposte promettenti
“In pazienti con carcinoma uroteliale avanzato refrattari alla chemioterapia a base di platino o non idonei al trattamento con cisplatino, l’aggiunta dell’anti-PD-1 pembrolizumab alla chemioterapia a base di nab-paclitaxel ha mostrato risultati incoraggianti in termini di tasso di risposta complessiva (ORR) e un profilo di sicurezza gestibile nello studio di fase 2 ABLE (NCT03240016). I risultati del trial sono stati presentati recentemente al Genitourinary Cancers Symposium
Nello studio, che ha coinvolto 36 pazienti trattati con la combinazione pembrolizumab più nab-paclitaxel, con un follow-up mediano di 85,7 settimane (range: 26,3-194,0) il miglior ORR non confermato è risultato del 55,6% (IC al 95% 42%-74%) secondo i criteri RECIST v1.1.
Nello specifico, una risposta completa è stata raggiunta in sei pazienti, una risposta parziale in 14 e in 11 pazienti si è ottenuta una stabilizzazione della malattia, mentre in quattro pazienti il tumore è progredita. Inoltre, il migliore ORR confermato è risultato del 52,8%.
Necessario migliorare ulteriormente gli outcome
Trial precedenti hanno dimostrato l’efficacia della monoterapia con gli inibitori del checkpoint immunitario PD-1/PD-L1 nei pazienti con carcinoma uroteliale avanzato che sono refrattari alla chemioterapia a base di platino o non idonei per il trattamento con cisplatino.
In particolare, in queste popolazioni di pazienti trattati con pembrolizumab gli studi di fase 3 KEYNOTE-361 (NCT02335424) e KEYNOTE-045 (NCT02256436) hanno mostrato una sopravvivenza libera da progressione (PFS) mediana di 2 mesi e una sopravvivenza globale (OS) mediana compresa tra 10 e 11 mesi…”
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Fonte: “Tumore uroteliale avanzato, risposte incoraggianti con nab-paclitaxel più pembrolizumab”, PHARMASTAR