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Osteoporosi – Associazione stringente tra inquinamento ambientale e rischio malattia ossea

Uno studio condotto presso l’Unità di Reumatologia dell’Università di Verona e recentemente pubblicato sulla rivista Osteoporosis International ha documentato l’esistenza di un’associazione stringente tra l’inquinamento ambientale da un lato, e l’innalzamento del rischio di osteoporosi dall’altro, in una coorte di individui di sesso femminile a rischio elevato di frattura. Lo studio ha dimostrato che i siti ossei corticali sarebbero quelli maggiormente suscettibili all’esposizione a livelli elevati di agenti pollutanti ambientali

Razionale e disegno dello studio
“L’inquinamento atmosferico rappresenta uno dei nuovi fattori di rischio identificati avente un “peso” importante nel determinismo di livelli ridotti di densità minerale ossea (DMO) – scrivono i ricercatori nell’introduzione allo studio, alla luce di alcune osservazioni emerse nel corso degli ultimi anni (…). Il razionale biologico sottostante questa correlazione sembra essere molto forte: infatti, l’esposizione al particolato atmosferico avente un diametro inferiore a 10 o a 2,5  μm favorirebbe la secrezione di RANKL  (NdR: una  citochina appartenente  alla  famiglia  dei  TNF-ligandi, espressa sia in una forma di superficie  legata  alla  membrana  di  cellule  stromali/osteoblastiche sia  in  una  forma  solubile,  che  legandosi  al  suo  recettore   RANK, espresso su cellule della linea osteoclastica,  stimola  la  differenziazione  e  attivazione  degli  osteoclasti e ne inibisce l’apoptosi). Ciò determina un’alterazione del rapporto RANKL/osteoprogeterina (Ndr: l’osteoprogeterina è una glicoproteina solubile appartenente alla famiglia dei recettori per il TNF,  espressa da cellule stromali/osteoblastiche, che funziona  da  recettore  ”trappola” con  elevata  affinità per  il  RANKL, a cui si lega, impedendo il legame RANKL/RANK)”.

Non solo: “L’esposizione agli agenti pollutanti ambientali – continuano – è stata legata con infiammazione di grado ridotto, insieme al rilascio di citochine pro-infiammatore, in modo simile a quanto osservato nelle artriti infiammatorie. Da ultimo, concentrazioni elevate di particolato atmosferico nella bassi strati dell’atmosfera possono ridurre il tasso di radiazione UVB che raggiunge la superficie terrestre, con conseguente alterazione dei livelli di produzione di vitamina D”…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Osteoporosi, studio italiano dimostra associazione tra inquinamento ambientale e malattia ossea”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//orto-reuma/osteoporosi-studio-italiano-dimostra-associazione-tra-inquinamento-ambientale-e-malattia-ossea-36092