Fibrillazione Atriale – Nuove importanti evidenze per edoxaban sul sanguinamento
“Edoxaban – inibitore diretto del fattore Xa di Daichii Sankyo – ha fatto registrare, dopo un anno di follow up, una bassa incidenza di ictus, embolia sistemica e sanguinamento maggiore nei pazienti con Fibrilliazione Atriale trattati. L’evidenza emerge dallo studio ETNA-AF-Europe (Edoxaban Treatment in routiNe clinical prActice in patients with nonvalvular Atrial Fibrillation), i cui risultati sono stati pubblicati dalla rivista European Heart Journal – Cardiovascular Pharmacotherapy
01 SET – Dopo un anno di follow up, nei pazienti con fibrillazione atriale non valvolare trattati con edoxaban nella pratica clinica quotidiana, è stata registrata una bassa incidenza di ictus, embolia sistemica e sanguinamento maggiore.
L’evidenza emerge dallo studio ETNA-AF-Europe (Edoxaban Treatment in routiNe clinical prActice in patients with nonvalvular Atrial Fibrillation), i cui risultati sono stati appena pubblicati dalla rivista European Heart Journal – Cardiovascular Pharmacotherapy. Si rafforzano così le evidenze scientifiche sulla sicurezza e l’efficacia di edoxaban anche per i pazienti più fragili. Edoxaban è un inibitore diretto del fattore Xa di Daichii Sankyo.
I dati pubblicati evidenziano i risultati della pratica clinica quotidiana specifici dell’Europa, che indicano che l’incidenza di ictus, embolia sistemica e sanguinamento maggiore è considerata bassa in una vasta coorte non selezionata di pazienti ad alto rischio con Fibrillazione Atriale,sottoposti a trattamento con edoxaban.
ETNA-AF è uno studio osservazionale, multinazionale, multicentrico, post-autorizzazione, condotto su 13.092 pazienti europei. A oggi è il più grande studio prospettico, non interventistico, che studia un singolo anticoagulante orale non antagonista della vitamina K (NAO) in pazienti con fibrillazione atriale valvolare (FANV)…”
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Fonte: “Sanguinamento nella Fibrillazione Atriale. Nuove importanti evidenze per edoxaban”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=87539