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Artrite reumatoide (AR) – Nei pazienti naive agli altri farmaci biologici, abatacept funziona meglio

I risultati di uno studio real world, che ha utilizzato i dati di un registro di pazienti svedese (Swedish Rheumatology Quality register) hanno dimostrato che i pazienti affetti da artrite reumatoide (AR) che utilizzano abatacept come primo farmaco biologico hanno maggiore probabilità di non interrompere il trattamento e di mostrare outcome clinici migliori rispetto a quelli sottoposti a trattamento pregresso con un altro DMARDb. Lo studio, pubblicato su Arthritis Research & Therapy, ha anche dimostrato come il sesso di appartenenza e, in buona parte anche in base all’attività di malattia influenzino gli outcome di trattamento con questo farmaco

I presupposti dello studio
Abatacept è un DMARDb che agisce inibendo selettivamente la co-stimolazione delle cellule T. E’ stato approvato per il trattamento dell’AR sin dal 2007 e, inizialmente, era citato nelle raccomandazioni delle linee guida per l’impiego nei soli pazienti con risposta non soddisfacente ai farmaci anti-TNF, per poi essere “promosso” a farmaco biologico di prima linea nel trattamento dell’AR.

La presenza di dati limitati nella real life sull’efficacia di questo trattamento ha portato all’implementazione di questo nuovo studio, che ha attinto ai dati di un registro svedese di pazienti (the Swedish Rheumatology Quality (SRQ) register), che era stato concepito inizialmente per studiare l’efficacia dello switch a farmaci biologici diversi dai farmaci anti-TNF e che, successivamente, ha incluso dati su pazienti trattati con abatacept (caratteristiche, diagnosi, trattamento pregresso, outcome) a seguito fusione con i dati di altri registri europeo che avevano preso in considerazione pazienti trattati con rituximab e abatacept.

Entrando nei dettagli dello studio, i ricercatori hanno preso in considerazione i dati relativi a 2.716 pazienti con AR del registro, che coprivano l’87% dei pazienti svedesi in terapia con DMARDb, trattati con abatacept nel periodo 2006-2017 (l’introduzione del trattamento con abatacept in Svezia si è avuta un anno prima rispetto agli altri Paesi europei).

Al reclutamento, il 17% dei pazienti era naive ai farmaci biologici, il 27% aveva assunto almeno un DMARDb, mentre il 56% ne aveva assunti due.

La mediana della durata di malattia all’inizio del trattamento con abatacept era pari a 14,2 anni e la maggior parte dei pazienti mostrava presentava un quadro di malattia attiva. Il punteggio medio DAS28-CRP di attività di malattia era pari a 4,66 , mentre il punteggio medio di disabilità (HAQ-DI) era pari a 1,25. Considerando i pazienti naive ai biologici, però, la durata di malattia era più breve (media: 9,5 anni). In questi pazienti, la probabilità di assunzione corrente di GC era minore, come pure l’essere trattati con la formulazione endovena, anziché sottocute, di abatacept…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Artrite reumatoide, abatacept funziona meglio nei pazienti naive agli altri farmaci biologici”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/artrite-reumatoide-abatacept-funziona-meglio-nei-pazienti-naive-agli-altri-farmaci-biologici-31269