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Lupus in pazienti di difficile trattamento – Rivalutato rituximab (RTX) come terapia di mantenimento

Il trattamento con rituximab (RTX) potrebbe rappresentare un’opzione nella terapia di mantenimento di pazienti affetti da lupus sistemico di difficile trattamento, essendo in grado, in un paziente su tre, di impedire il manifestarsi di recidive di malattia. Queste le conclusioni principali di uno studio multicentrico osservazionale italiano, pubblicato sulla rivista Arthritis & Rheumatology

Stando agli autori dello studio, però, l’impiego di RTX come terapia di mantenimento, dovrebbe essere preso in considerazione in casi particolari ben definiti, a suggerire la necessità di effettuare una minuziosa fenotipizzazione del paziente che si ha di fronte.

Razionale e disegno dello studio
“Le terapie di deplezione delle cellule B hanno ricevuto continua attenzione nel trattamento del LES – ricordano i ricercatori nell’introduzione al lavoro”.

Nei trial clinici sul trattamento di questa patologia, RTX non è stato in grado di soddisfare gli endpoint primari di efficacia. Ciò nonostante, questo agente di deplezione delle cellule B è stato ampiamente utilizzato in clinica nella malattia refrattaria e negli studi non randomizzati.

La gestione del LES è un processo complesso e le recidive rappresentano un’evenienza comune ma di difficile predizione. “Le recidive sono associate al rischio di danno d’organo; di qui la necessità di focalizzarsi sulla loro prevenzione, allo scopo di raggiungere il giusto equilibrio tra la posologia di somministrazione del farmaco immunosoppressore, il rischio di tossicità e l’attività di malattia”.

RTX ha un ruolo documentato come agente farmacologico da impiegare nella terapia di mantenimento di altre malattie autoimmuni, mentre, finora, non vi erano studi sul suo impiego come terapia di mantenimento ai fini della prevenzione delle recidive.

Di qui il nuovo studio, che ha esplorato l’efficacia e la sicurezza di RTX in una coorte di 147 pazienti con LES, con un focus particolare rivolto ad un sottogruppo di 80 pazienti ritrattati con il farmaco come terapia di mantenimento in funzione anti-recidive.

Lo studio, inoltre, si è proposto anche di analizzare i fattori prognostici associati con la risposta al farmaco.

L’attività di malattia è stata misurata mediante il punteggio ECLAM (the European Consensus Lupus Activity Measurement), mentre la risposta completa al trattamento era definita da un punteggio pari a 0 o a 1 e da una riduzione di almeno il 25% del dosaggio di altri farmaci immunosoppressori impiegati (GC e altri immunosoppressori, esclusi i farmaci anti-malarici)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Lupus, studio real world italiano rivaluta rituximab come terapia di mantenimento (ma non per tutti)”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/lupus-studio-real-world-italiano-rivaluta-rituximab-come-terapia-di-mantenimento-ma-non-per-tutti-29589