Il Comitato I Malati Invisibili è presente e attivo nel territorio nazionale da aprile 2014.

(+39) 000 0000 000

info@imalatiinvisibili.it
Via Monte Suello 1/12a – 16129 Genova (IT)

Salva

Articoli recenti

CF 95173870106

info@imalatiinvisibili.it

Via Monte Suello 1/12A

16129 Genova (IT)

Tumore ovarico avanzato – Mantenimento con ‘olaparib’ ritarda di 3 anni la progressione

Se nelle scorse due edizioni del congresso della European Society for Medical Oncology (ESMO) a far la parte del leone era stato il tumore del polmone, quest’anno protagonista assoluto è stato senza dubbio il tumore ovarico, con i risultati dello studio multicentrico internazionale SOLO 1, definiti dagli esperti “senza precedenti” e destinati ad aprire una nuova pagina nel trattamento di questa neoplasia

Miglioramento senza precedenti della PFS con olaparib in prima linea
In questo trial, pubblicato anche sul New England Journal of Medicine in concomitanza con la sua presentazione al congresso, una terapia di mantenimento per 2 anni con il PARP-inibitore olaparib dopo la chemioterapia di prima linea ha portato a un miglioramento significativo e mai osservato prima della sopravvivenza libera da progressione (PFS) in pazienti con carcinoma ovarico avanzato, portatrici di mutazioni di BRCA 1 o BRCA 2 (BRCA-mutate o BRCA+).

«La PFS mediana nel gruppo trattato con un placebo è risultata di soli 13,8 mesi, mentre nel gruppo trattato con olaparib non è ancora stata raggiunta, ma sembra essere di circa 3 anni più lunga rispetto al gruppo di controllo, con un hazard ratio pari a 0,30» ha riferito la prima firmataria dello studio, Kathleen Moore, dello Stephenson Cancer Center della University of Oklahoma, presentando i risultati al congresso.

«Sebbene sia ancora troppo presto per dire se abbiamo aumentato la quota di coloro che potrebbero essere guarite con la terapia di prima linea, il fatto che secondo le stime oltre il 50% delle donne del braccio olaparib sia ancora libero da progressione dopo 4 anni, contro l’11% nel braccio di controllo, depone a favore di questa possibilità» ha osservato la professoressa.

«I risultati di SOLO-1 aprono una nuova era nel trattamento delle donne con carcinoma ovarico avanzato che presentano una mutazione di BRCA 1 o BRCA 2. Questo studio mostra, infatti, un miglioramento eccezionale della PFS con olaparib rispetto al placebo, che oltretutto si mantiene anche dopo 2 anni dall’interruzione della terapia» ha sottolineato la Moore.

«Nei miei oltre 30 anni di esperienza nel trattamento di questo tumore, non avevo mai visto un aumento così significativo della PFS e ritengo che questo risultato cambierà il trattamento standard iniziale del carcinoma ovarico avanzato. Con curve di sopravvivenza come quelle che abbiamo osservato, e con un vantaggio di 3 anni nella PFS mediana, credo che d’ora in poi nelle pazienti con mutazioni di BRCA dovremo pensare di utilizzare olaparib in prima linea, dopo la chemioterapia a base di platino» ha ribadito ai nostri microfoni Nicoletta Colombo, dell’Istituto Europeo di Oncologia di Milano, il centro che ha arruolato più pazienti, non solo in Italia, ma in tutto il mondo.

Lo studio SOLO-1
SOLO-1 è il primo studio prospettico di fase 3, randomizzato, in doppio cieco, nel quale si è valutata una terapia di mantenimento con olaparib dopo una chemioterapia a base di platino in donne con tumore ovarico avanzato di nuova diagnosi (stadio FIGO III-IV) che presentavano una mutazione di BRCA 1 o 2. «Questo studio fornisce il primo grande set di dati raccolti prospetticamente per questa popolazione di donne» ha rimarcato la Moore…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Nuova era nella cura del tumore ovarico avanzato, mantenimento con olaparib ritarda di 3 anni la progressione. #ESMO18”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/carcinoma-ovarico-olaparib-in-prima-linea-ritarda-la-progressione-di-malattia-studio-solo-1-27275