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Tumore ovarico platino-resistente – Mantenimento con ‘sorafenib più chemio’ migliora sopravvivenza

Il farmaco antiangiogenico sorafenib aggiunto a topotecan e poi continuato come terapia di mantenimento, migliora in modo significativo gli outcome di sopravvivenza (sia globale sia libera da progressione) nelle donne con carcinoma ovarico platino-resistente. Lo dimostrano i risultati dello studio multicentrico tedesco TRIAS, un trial di fase II randomizzato e controllato con placebo, in doppio cieco, uscito da poco su The Lancet Oncology

Gli autori, guidati da Radoslav Chekerov, della Charité-Universitätsmedizin di Berlino, spiegano nell’introduzione del lavoro che, tradizionalmente, una recidiva della malattia entro 6 mesi dal completamento della chemioterapia con platino è classificata come carcinoma ovarico resistente o refrattario al platino, una condizione caratterizzata da una prognosi particolarmente sfavorevole.

Studi precedenti, tuttavia, hanno dimostrato che l’inibizione dell’angiogenesi potrebbe essere efficace in questo setting. Da qui la decisione degli autori di sperimentare sorafenib, un impiego del tutto nuovo per questo antiangiogenico, attualmente indicato per il trattamento dell’epatocarcinoma, del carcinoma a cellule renali e del carcinoma tiroideo differenziato.

Lo studio TRIAS ha coinvolto in totale di 174 pazienti con carcinoma ovarico resistente al platino assegnate in rapporto 1:1 al trattamento con sorafenib più topotecan o placebo più topotecan; dopo 6 cicli, le pazienti sono state trattate con sorafenib o placebo per un massimo di un anno come terapia di mantenimento.

L’endpoint primario dello studio era la sopravvivenza libera da progressione (PFS), analizzata in tutte le donne trattate con almeno una dose del farmaco in studio…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Tumore ovarico platino-resistente, sorafenib più chemio e come mantenimento migliora la sopravvivenza”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/oncoemato/tumore-ovarico-platino-resistente-sorafenib-pi-chemio-e-come-mantenimento-migliora-la-sopravvivenza-27510