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Malattie rare – Behcet, bene trattamento con ‘adalimumab’ nelle forme a coinvolgimento vascolare

Un ampio studio retrospettivo italiano, pubblicato sulla rivista Arthritis & Rheumatology, ha documentato il vantaggio derivante dall’impiego di un regime di trattamento farmacologico a base di adalimumab nell’indurre un’efficace e rapida risoluzione della trombosi venosa in pazienti affetti da sindrome di Behcet, rispetto al regime di trattamento con DMARDs. Lo studio, inoltre, suggerisce anche come l’anticoagulazione non sembri modificare l’efficacia dei due trattamenti succitati sulle complicanze venose della malattia di Behcet, a confermare la natura prevalentemente infiammatoria della trombosi nel Behcet

Cosa è la sindrome di Behcet?
Come ha ricordato ai microfoni di Pharmastar il dott. Emmi, “…la malattia di Behcet è una vasculite sistemica, ovvero un’infiammazione dei vasi di calibro differente, che può interessare qualunque distretto corporeo. Più frequentemente, la malattia ha un interessamento mucocutaneo e oculare, ma sono stati documentati anche interessamenti neurologici, a carico del tratto gastrointestinale e, last but not least, l’interessamento vascolare”.

“La malattia di Behcet ad interessamento vascolare – continua Emmi – è presente fino al 40% del totale dei pazienti con Behcet a seconda delle casistiche; nella maggior parte dei pazienti l’interessamento è di tipo venoso  (con il riscontro di trombosi venosa profonda – TVP- o superficiale, spesso coesistenti) e si manifesta prevalentemente nel paziente di sesso maschile, in giovane età e con malattia attiva. Vi sono inoltre casi di malattia di Behcet con interessamento arterioso (peraltro fino ad ora i più studiati tra quelli ad interessamento vascolare), che si accompagnano prevalentemente ad insorgenza di aneurismi”.

Razionale d’impiego di adalimumab e disegno dello studio
E’ ormai noto da anni che la trombosi e gli eventi vascolari in generale, osservati nei pazienti con malattia di Behcet debbano essere trattati con il ricorso alla terapia immunosoppressiva, in quanto la sindrome è, sostanzialmente, il prototipo della trombosi o di un evento vascolare ad eziologia infiammatoria.

“Dal 2008 ad oggi – spiega il dr Emmi – sono stati pubblicati tre studi retrospettivi principali che hanno suggerito come la terapia immunosoppressiva, rispetto a quella anticoagulante, fosse capace di ridurre la recidiva degli eventi vascolari nei pazienti con Behcet”.

Questi studi sono alla base delle raccomandazioni di trattamento EULAR della trombosi nei pazienti malattia di Behcet (recentemente aggiornate in una nuova pubblicazione di recentissima uscita) che confermano l’impiego di farmaci immunosoppressori (come i DMARDs) lasciando l’aggiuntadegli anticoagulanti orali alla discrezione del clinico .

Recentemente, alcuni studi hanno dimostrato l’efficacia dei farmaci anti-TNF nelle complicanze vascolari associate alla malattia di Behcet, con particolare riferimento a quelli con coinvolgimento arterioso.

Non esistevano ancora, fino ad ora, trial controllati prospettici o studi retrospettivi di ampie dimensioni che si fossero concentrati sulla valutazione del trattamento di pazienti con sindrome di Behcet con TVP e/o trombosi superficiale.

Di qui il nuovo studio, che ha valutato l’efficacia clinica e quello di risparmio di corticosteroidi (corticosteroid-sparing-effect) derivante dall’impiego di regimi terapeutici a base di adalimumab (con l’aggiunta o meno di DMARDs) vs. DMARDs da soli in un’ampia coorte di pazienti con trombosi venosa associata a malattia di Behcet…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Behcet, studio italiano: bene adalimumab nelle forme a coinvolgimento vascolare”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/behcet-studio-italiano-bene-adalimumab-nelle-forme-a-coinvolgimento-vascolare-26677