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Esacerbazione asmatica severa – 3 biomarker che potrebbero essere utili nell’identificare preventivamente pazienti

FeNO (frazione di ossido di azoto esalato), periostina, eosinofili: questi i 3 biomarker, suggeriti in un’analisi post-hoc presentata nel corso dell’ultimo congresso congiunto AAAAI/WAO, tenutosi recentemente ad Orlando (USA), che potrebbero essere utili nell’identificare preventivamente i pazienti con rischio aumentato di esacerbazioni asmatiche

L’analisi post-hoc in questione è stata effettuata sui dati relativi ad un trial internazionale, randomizzato, in doppio cieco, controllato vs. placebo, che aveva reclutato pazienti adulti con asma persistente non controllato, nonostante il trattamento con steroidi inalatori (ICS) a dose media-elevata e con LABA. I 776 pazienti di questo trial erano stati randomizzati, secondo uno schema 1:1:1:1, al trattamento per 24 settimane con una terapia add-on a base di placebo o dupilumab, un anticorpo monoclonale totalmente umanizzato diretto contro IL-4R alfa, inibisce i meccanimi di trasduzione delle citochine IL-4 e IL-13, elementi chiave di molte patologie immuni di tipo 2 (Th2), come ad esempio le malattie allergiche. I dosaggi testati di dupilumab sono stati, rispettivamente, 200 mg a cadenza quindicinale o mensile, con una dose di carico di 400 mg, o 300 mg a cadenza quindicinale o mensile, con una dose di carico di 600 mg. I partecipanti al trial erano poi stati sottoposti ad un ulteriore periodo di follow-up della durata di 16 settimane dopo il trattamento.

L’analisi post-hoc presentata al Congresso, invece, si è focalizzata sulla coorte placebo del trial, allo scopo di comprendere la relazione esistente tra i tassi di esacerbazione asmatica severa e i biomarker legati all’infiammazione di tipo 2.

I ricercatori hanno valutato, pertanto, i tassi annualizzati di esacerbazione asmatica severa in 158 pazienti, afferenti al gruppo placebo del trial sopra menzionato, in relazione a 4 biomarker (valori al basale relativi al quartile più basso vs il quartile più elevato): FeNO (<16 parti per miliardo vs ≥48 parti per miliardo), periostina sierica (<67 ng/mL vs ≥111 ng/mL), eosinofili nel sangue (<0,15 giga/L vs ≥0,42 giga/L), e IgE sierica (<76 kU/L vs ≥436 kU/L).

Nel fare questo lavoro di valutazione, i ricercatori hanno inviduato dei sottogruppi di confronto sulla base dei valori di cut-off dei biomarker sopra indicati: quartile più basso, quartile più alto, < del valore mediano, > del valore mediano.

Dai risultati è emerso che i pazienti con i valori al basale più elevati dei biomarker sopra indicati (eccezion fatta per i livelli di IgE) erano quelli con il numero più elevato di tassi di esacerbazione media annualizzata rispetto a quelli con i valori basali più bassi: FeNO (1,54 vs 0,98); periostina (1,42 vs 0,80); eosinofili (1,31 vs 0,43); IgE (1,07 vs 0,94; NS)…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Esacerbazione asmatica severa, quale biomarker predittivi utilizzare?”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/pneumo/esacerbazione-asmatica-severa-quale-biomarker-predittivi-utilizzare-26258