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Parkinson – In arrivo stimolazione cerebrale ‘personalizzata’

Pubblicati su «Neurology» i risultati di una sperimentazione, coordinata dall’Università di Milano, del sistema di stimolazione profonda adattativa su 13 pazienti con Parkinson

La stimolazione cerebrale profonda (deep brain stimulation) è da molti anni il trattamento d’elezione per la malattia di Parkinson, soprattutto quando i farmaci perdono effetto. La stimolazione attualmente praticata sui pazienti consiste nell’impianto chirurgico di due elettrodi all’interno di una specifica zona del cervello (subtalamo) che poi vengono connessi a un piccolo stimolatore messo sotto la pelle, vicino alla clavicola. La terapia dura circa 5 anni, poi la pila deve essere sostituita con un piccolo intervento. Paolo Rampini, direttore della Unità di Neurochirurgia del Fondazione IRCCS Ca’ Granda Policlinico di Milano, spiega: «La stimolazione convenzionale ha costituito il maggiore progresso della terapia del Parkinson negli ultimi venti anni, rivoluzionando completamente la qualità della vita dei pazienti in fase avanzata di malattia con scarsa risposta ai farmaci. Dopo venti anni dalla sua introduzione tuttavia si sono manifestati alcuni limiti della metodica convenzionale: primo fra tutti il fatto che la stimolazione viene erogata in modo costante al cervello del paziente con un’intensità per forza di cose media».

Stimolazione adattativa

La malattia di Parkinson, nelle fasi avanzate, è una malattia fluttuante, che può cambiare lo stato del paziente in pochi secondi dal blocco totale a movimenti involontari molto invalidanti. Per superare tale limitazione un gruppo di ricercatori italiani guidato da Alberto Priori del Centro di Ricerca “Aldo Ravelli” per le Terapie Neurologiche Sperimentali dell’Università degli Studi di Milano presso l’ASST Santi Paolo e Carlo sta lavorando alla realizzazione di una stimolazione che si adatta continuamente, momento per momento, allo stato clinico del paziente parkinsoniano, detta “stimolazione adattativa”. La nuova metodica, a differenza di quella convenzionale, si adatta in modo automatico alle necessità del paziente in base all’attività cerebrale rilevata secondo per secondo. Sulla rivista Neurology sono stati pubblicati i risultati del primo studio che ha testato il sistema di stimolazione adattativa “made in Italy” per 8 ore in 13 pazienti con malattia di Parkinson, i cui dispositivi sono stati impiantati presso l’Unità di Neurochirurgia del Policlinico di Milano.

Meno effetti collaterali

Lo studio dimostra che la metodica induce un miglioramento comparabile a quello dato dalla terapia convenzionale, è sicura, ben tollerata, riduce il consumo della batteria ma soprattutto riduce gli effetti collaterali osservati comunemente con quella classica, come i movimenti involontari che si hanno quando l’azione del picco dei farmaci si somma alla stimolazione costante. Gli stimolatori impiantabili per la nuova terapia – prodotti da uno spin-off dell’Università degli Studi di Milano e del Policlinico di Milano, Newronika, fondato da Alberto Priori – saranno pronti per essere commercializzati e impiantati nei pazienti entro i prossimi 18-24 mesi…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Parkinson, in arrivo la stimolazione cerebrale «personalizzata»”, CORRIERE DELLA SERA

Tratto dahttp://www.corriere.it/salute/neuroscienze/18_febbraio_15/parkinson-arrivo-stimolazione-cerebrale-personalizzata-e774e0b2-1278-11e8-a023-7bfc9b2e7eeb.shtml