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Conoscere le neuropatie periferiche – Il dolore nocicettivo

Il dolore nocicettivo può essere considerato come una condizione caratterizzata dalla presenza di uno stimolo nocivo o potenziale a livello di un tessuto, in presenza di normale funzione del sistema somatosensoriale che rappresenta il sistema afferente che porta le informazioni provenienti da tutto il corpo, sia dagli organi e tessuti del corpo sia dall’esterno (vista, udito, olfatto) al sistema nervoso centrale (SNC).

Questo tipo di dolore viene determinato dall’attivazione dei cosiddetti recettori del dolore, chiamati nocicettori, e viene evocato da una serie di fattori in grado di produrre una lesione ai tessuti.

Per comprendere quindi il dolore nocicettivo andiamo a conoscere i nocicettori e il loro sistema afferente.

I nocicettori, sono cellule recettrici del dolore e sono presenti un po’ ovunque nel nostro organismo, a partire dalla cute fino a muscoli, tendini e organi interni.

Vengono attivati in vario modo dalle lesioni e trasmettono, attraverso le fibre nervose, i messaggi dolorifici ai neuroni del midollo spinale e da qui al cervello.

Con il termine nocicezione si indica la ricezione da parte del sistema nervoso centrale di segnali evocati dall’attivazione di recettori sensitivi periferici (nocicettori) che forniscono informazioni circa gli eventuali danni che subiscono i tessuti dell’organismo.

Classicamente i nocicettori sono distinti in:

  • Nocicettori termici – Sono neuroni di piccolo diametro con fibre mieliniche di tipo Aδ a conduzione rapida: lo stimolo viene condotto a velocità variabili fra da 5 a 30 m/sec. L’attivazione si ha oltre il livello-soglia delle temperature basse e di quelle alte, rispettivamente per T < 5 °C e T > 45 °C;
  • Nocicettori meccanici – La caratteristica principale di questi neuroni sensitivi, detti anche meccanocettori nocicettivi, consiste nella tipologia di stimoli in grado di attivarli, ossia percussione, pressione, trazione, torsione o spremitura dei tessuti di entità superiore a quella prodotta da stimoli endogeni, spontanei e, in genere, fisiologici. Anche questi neuroni presentano sottili fibre mieliniche Aδ con una velocità di conduzione di 5-30 m/sec;
  • Nocicettori polimodali – Rispondono alle temperature estreme (alte e basse), a stimoli nocicettivi diversi e contemporanei, a tutti gli stimoli dei meccanocettori nocicettivi, a varie fonti di dolore chimico (chemiocettori del dolore).

Nella massima parte dei casi sono neuroni di diametro piccolo con fibre C amieliniche conducenti a velocità bassa o bassissima, ma sempre inferiore a 1 m/sec.

A queste tre popolazioni di cellule sensitive, spesso attive in sinergia o in successione nel rendere i diversi aspetti dell’esperienza nocicettiva, se ne può aggiungere una quarta presente nei tessuti viscerali: i nocicettori silenti.

Questi neuroni, a differenza dei precedenti, non sono ordinariamente attivati da stimoli dannosi, ma presentano un notevole abbassamento della soglia di scarica in corso di infiammazione e per effetto di vari stimoli chimici; perciò si ritiene che contribuiscano allo sviluppo dell’iperalgesia secondaria e della sensibilizzazione centrale.

Le informazioni trasmesse dai nocicettori al midollo spinale sono subito sottoposte ad una sorta di vaglio da parte di popolazioni specializzate di cellule poste all’ingresso del sistema nervoso centrale: l’equilibrio fra afferenze nocicettive e non nocicettive primarie può modulare il dolore.

La nocicezione inizia nelle terminazioni periferiche delle fibre afferenti primarie C e Aδ (nocicettori) che hanno il corpo cellulare nei gangli delle radici dorsali (DRG) e i rami centrali in contatto sinaptico coi neuroni del corno dorsale del midollo spinale.

Nelle terminazioni periferiche gli stimoli nocicettivi di diverse modalità (meccanica, termica, chimica) vengono trasformati in segnali elettrici o potenziali generatori (trasduzione) che attivano la scarica di potenziali d’azione condotti lungo gli assoni (conduzione) e sono propagati tramite la liberazione di neurotrasmettitori al sistema nervoso centrale (SNC) (trasmissione).

Non tutti gli stimoli nocivi che attivano i nocicettori vengono necessariamente avvertiti come dolorosi.

La soglia di attivazione del segnale che si trasformerà in dolore deve essere abbastanza alta da non interferire con le normali attività, ma abbastanza bassa da essere superata prima che intervenga un danno tissutale.

Questa soglia non è fissa e può variare verso l’alto o verso il basso, può essere, cioè adattativa o maladattativa.

I cambiamenti della soglia sono espressioni della plasticità neurale.

Il dolore nocicettivo è quindi il cosiddetto dolore “utile” (anche se fastidioso e talvolta difficile da sopportare) perché che ci indica che qualcosa non va, nasce nei normali recettori del dolore presenti a livello della pelle, delle articolazioni, dei muscoli, dei visceri etc.

Il dolore nocicettivo è perciò un dolore in cui un nervo normale trasmette un’informazione di danno tissutale al sistema nervoso centrale.

Il dolore non può essere misurato ma si può valutare l’integrità del sistema afferente nocicettivo con diverse metodiche che andremo a conoscere nelle prossime pubblicazioni.

Fonti:

Anatomia dell’apparato nocicettivo, Guido Orlandini Centro Terapia del Dolore e Cure Palliative Ospedale di Tortona (Al), 3 Giugno 2002.

Enciclopedia “Treccani”.

“Dolore neuropatico”, L. Bacchini, Referente nazionale FIMMG Terapia del dolore e cure palliative.

“Anatomia e Fisiologia delle vie afferenti e del sistema inibitore”, IL DOLORE POST – OPERATORIO ROMA – Sede SIAARTI 23-24 Novembre 2017, Francesco Ambrosio Università di Padova Dipartimento di Medicina – DIMED.