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Salute mentale – Dimenticata dallo Stato, ma nuove malattie ed incombenze rischiano di far saltare sistema pubblico

L’Italia ha costruito nei suoi primi quattro decenni un capillare sistema pubblico, fondato su una rete diffusa costituita da oltre 900 Dipartimenti di Salute Mentale. Questo sistema, ritenuto a livello internazionale un modello di riferimento, oggi corre un ‘doppio rischio’: da un lato quello del suo smantellamento progressivo, dall’altro quello di non riuscire a superare nemmeno le difficoltà quotidiane causate dall’aumento esponenziale di alcuni tipi di patologie mentali

Anni fa venne pubblicato su Lancet un importante articolo da parte di alcuni dei più eminenti personaggi della scena scientifica mondiale nel settore della salute mentale, il cui titolo era “No Health without Mental Health”, che divenne immediatamente uno slogan famoso e ripetutamente citato. Nelle parole, anche in quelle del mondo politico e di chi a livello nazionale o regionale ha il governo della sanità, sembra non esserci alcuno che non sia disposto a sottoscrivere che “non c’è salute senza salute mentale”. Nei fatti le cose sembrano andare diversamente.

Non sembra che nel nostro Paese emerga l’auspicata e auspicabile traduzione delle buone intenzioni in azioni concrete, al di là degli atti di indirizzo via via assunti negli ultimi anni.

L’Italia ha costruito nei suoi primi quattro decenni un capillare sistema pubblico, fondato su una rete diffusa costituita da oltre 900 Dipartimenti di Salute Mentale alla quale viene affidato complessivamente il compito della prevenzione, cura e riabilitazione delle malattie mentali e più in generale del disagio psichico. Questo sistema, giustamente ritenuto a livello internazionale un modello di riferimento, in quanto concreta realizzazione della “psichiatria di comunità”, corre un ‘doppio rischio’: da un lato quello del suo smantellamento progressivo all’interno del silenzioso processo di accorpamenti che sta avvenendo in Italia a seguito della creazione di Aziende sanitarie sempre più ampie.

Dall’altro quello di non riuscire a superare nemmeno le difficoltà quotidiane causate dall’aumento esponenziale di alcuni tipi di patologie mentali con un altissimo tasso di crescita, come i disturbi dell’umore e d’ansia (che oggi da soli rappresentano più un terzo dell’utenza), le “nuove patologie” (disturbi di personalità, “dipendenze comportamentali”, disturbi mentali dovuti ad uso di sostanze), le nuove incombenze (assistenza psichiatrica nelle carceri, cura dei pazienti autori di reato, tutela della salute mentale dei migranti ) e la persistenza di uno zoccolo duro di persone affette da disturbi mentali gravi di tipo psicotico, che da solo assorbe oltre il 60% delle risorse…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Salute mentale. Dimenticata dallo Stato, ma nuove malattie ed incombenze rischiano di far saltare il sistema”, Quotidiano sanità

Tratto dahttp://www.quotidianosanita.it/lavoro-e-professioni/articolo.php?articolo_id=57356