Il Comitato I Malati Invisibili è presente e attivo nel territorio nazionale da aprile 2014.

(+39) 000 0000 000

info@imalatiinvisibili.it
Via Monte Suello 1/12a – 16129 Genova (IT)

Salva

Articoli recenti

CF 95173870106

info@imalatiinvisibili.it

Via Monte Suello 1/12A

16129 Genova (IT)

Scompenso cardiaco – Concentrazione sierica di acido urico (SUA) ridotta da sacubitril/valsartan risulta predittore indipendente di outcome avversi

La concentrazione sierica di acido urico (SUA) risulta un predittore indipendente di outcome peggiori dopo aggiustamento multivariabile in pazienti con scompenso cardiaco con ridotta frazione d’eiezione (HFrEF). Rispetto a enalapril, sacubitril/valsartan ha ridotto la SUA e ha migliorato gli outcome indipendentemente dall’uricemia. È quanto emerge da un’analisi del trial PARADIGM-HF, pubblicata online sull’ “European Journal of Heart Failure”

Il ruolo fisiopatologico cardiovascolare della concentrazione sierica di acido urico
«L’acido urico (UA) è il prodotto finale del metabolismo delle purine e la SUA riflette l’equilibrio tra assunzione dietetica di purine, sintesi di UA da xantina ossidasi (insieme a superossido) ed escrezione di UA, principalmente dai reni ma anche attraverso il tratto gastrointestinale» ricordano gli autori, guidati da Ulrik M. Mogensen, del BHF Cardiovascular Research Centre dell’Università di Glasgow (UK). «Anche il trattamento diuretico è associato a un’alta SUA, probabilmente perché i diuretici danneggiano l’escrezione di UA».

«Oltre a riflettere potenzialmente lo stress ossidativo come conseguenza dell’attività della xantina ossidasi, l’UA può avere di per sé effetti dannosi come l’aumento dell’espressione di citochine e chemochine, indurre infiammazione, compromettere la funzione endoteliale e attivare il sistema renina-angiotensina» aggiungono gli autori.

Inoltre «l’iperuricemia è comune in molte forme di malattie cardiovascolari, incluso lo scompenso cardiaco (HF)» affermano. Infatti «nei pazienti con HF acuto e cronico, una SUA più elevata è associata ad outcome clinici peggiori».

Se la SUA rappresenti un predittore indipendente di outcome nell’HF è meno sicuro, ammettono Mogensen e colleghi, in quanto la funzione renale e l’uso di diuretici (e la dose del diuretico) sono stati variabilmente aggiustati negli studi precedenti. Di interesse, sottolineano, è anche l’effetto dei trattamenti per HF sulla concentrazione di UA e sono anche stati studiati agenti per ridurre l’UA come terapia potenziale per l’HF.

«Abbiamo quindi esaminato il valore predittivo della SUA nel confronto prospettico di un ARNI (inibitore della neprilisina [sacubitril] + bloccante del recettore dell’angiotensina-1 [valsartan]) con un ACE-inibitore (ACEI, enalapril) per determinare l’impatto sulla mortalità globale e sula morbilità nello studio PARADIGM-HF e determinato l’effetto di sacubitril/valsartan sulla SUA in pazienti con HFrEF»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Scompenso cardiaco: ridotta da sacubitril/valsartan l’uricemia, predittore indipendente di outcome avversi”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/cardio/scompenso-cardiaco-ridotta-da-sacubitril-valsartan-luricemia-predittore-indipendente-di-outcome-avversi–25577