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Domani 25 novembre Giornata Mondiale del Parkinson – Gli sport che aiutano a tenerlo a bada

««Qualità della vita di pazienti e caregiver può davvero migliorare grazie all’attività fisica costante» è il monito di Juri Chechi, testimonial della Giornata Mondiale

È una malattia neurodegenerativa che non si arresta, ma può essere tenuta sotto controllo rallentandone la progressione. Il Parkinson, di cui si celebra la Giornata Mondiale il 25 novembre di ogni anno, colpisce 300mila italiani, ma nei prossimi 15 anni questo numero è destinato a raddoppiare al ritmo di circa 6.000 nuovi casi l’anno, di cui la metà ancora in età lavorativa.

NOVITÀ TERAPEUTICHE  

Oggi «il Parkinson può essere trattato, garantendo una buona qualità di vita anche per molti anni» spiega Leonardo Lopiano, neurologo dell’Università degli Studi di Torino, illustrando le novità terapeutiche «in arrivo fra 3-5 anni. Sono in corso sperimentazioni con nuove formulazioni di levodopa, a somministrazione orale, sottocutanea e inalatoria, e con altre categorie di farmaci come i dopamino-antagonisti e gli inibitori enzimatici».

Mentre le terapie agiscono sul decorso della malattia, molto può essere fatto per migliorare la qualità della vita dei pazienti.

LO SPORT  

«Sono qui oggi per motivi famigliari ma anche per ribadire l’utilità dell’attività motoria per la prevenzione e la qualità della vita dei pazienti» ha ribadito Jury Chechi. Il campione olimpico è anche per quest’anno testimonial della Giornata Nazionale Parkinson. Il messaggio chiave è che «molto si può fare in termini di propriocettività, coordinazione e potenziamento muscolare».

Fare attività fisica è importante per i malati: «Nella prima fase della malattia, chi già praticava dello sport, è invitato a continuare a farlo. In una fase avanzata, è necessaria una riabilitazione specifica che agisce sulla marcia e sull’equilibrio» dice Alfredo Berardelli, Presidente Fondazione LIMPE per il Parkinson Onlus e neurologo della Sapienza Università di Roma. L’effetto della riabilitazione smette quando si interrompono le sedute e quindi il paziente dovrebbe fare degli esercizi anche a casa, in modo continuo. I risultati ottenuti dalla pratica di attività sportiva sono sorprendenti. Lo mostrano le sempre più numerose iniziative per i pazienti: «Le attività svolte in vacanza da pazienti, insieme a familiari e caregivers , includono la vela, il surf e la canoa e tutto viene monitorato. Quello che sembra emergere è che i pazienti, anche con difficoltà motorie, apprendono molto velocemente e ciò è stato osservato dagli istruttori che generalmente lavorano con persone sane» spiega Nicola Modugno, responsabile del Centro Parkinson Neuromed di Pozzilli, ideatore e organizzatore di Sail4Parkinson 2016 e 2017. Per aiutare i pazienti a non chiudersi in sé stessi e fare con entusiasmo delle cose che sembrerebbero ardue, come remare in piedi su una tavola da surf, spiega Modugno, «abbiamo intenzione di organizzare altre iniziative simili, la prossima sarà invernale, sulla neve con gli sci».

LO STUDIO ITALIANO  

La ricerca è al lavoro per fare chiarezza sulle cause della malattia. «È probabile che diversi fattori lavorino insieme per creare i cambiamenti cerebrali responsabili della malattia» dichiara Alfredo Berardelli, annunciando il «primo studio volto a individuare le possibili associazioni tra i diversi fattori che possono influenzare la malattia e valutare l’associazione tra fattori di rischio e fattori di protezione per verificare la possibilità di prevenire il Parkinson o rallentarne la progressione»…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Parkinson, ecco quali sport aiutano a tenere a bada la malattia e i suoi sintomi”, LA STAMPA SALUTE

Tratto dahttp://www.lastampa.it/2017/11/24/scienza/benessere/parkinson-ecco-quali-sport-aiutano-a-tenere-a-bada-la-malattia-e-suoi-sintomi-HaE5Q8Q4eC7e9IuLkRCABK/pagina.html