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Artrite psoriasica – Spesso disattesi i target di trattamento nella pratica clinica

Quasi due pazienti su tre con artrite psoriasica (PsA) sperimentano il permanere di attività residua di malattia. Ciò nonostante, solo in una minoranza dei casi, di procede ad un aggiustamento della terapia. Queste le conclusioni allarmanti di uno studio olandese di recente pubblicazione sulla rivista Arthritis Research & Therapy che suggeriscono la necessità di approfondire le ragioni di quanto osservato allo scopo di consentire l’implementazione di strategie di trattamento ottimali nella pratica clinica

Quasi due pazienti su tre con artrite psoriasica (PsA) sperimentano il permanere di attività residua di malattia. Ciò nonostante, solo in una minoranza dei casi, di procede ad un aggiustamento della terapia.

Queste le conclusioni allarmanti di uno studio olandese di recente pubblicazione sulla rivista Arthritis Research & Therapy.

Razionale dello studio
“Le opzioni di trattamento per la PsA sono aumentate in modo significativo nell’ultimo decennio con leflunomide e farmaci anti-TNF che sono diventati parte integrante dell’arsenale terapeutico a disposizione contra la malattia – si legge nell’introduzione al lavoro – . Al contempo, nuovi trattamenti sono diventati disponibili recentemente, con l’introduzione di ustekinumab, apremilast e secukinumab”.

I risultati del trial TICOPA, però, hanno evidenziato che non è solo la disponibilità di trattamenti efficaci ma anche la strategia di utilizzo a determinare il successo della terapia. Il braccio “treat-to-target” dello studio, infatti, ha mostrato il raggiungimento di outcome significativamente migliori nelle artriti periferiche, a livello dermatologico e relativamente agli outcome riferiti dai pazienti, con una percentuale maggiore di pazienti che ha raggiunto la condizione di minima attività di malattia.

Pertanto, la combinazione di opzioni aggiuntive di trattamento e l’adozione di migliori strategie di somministrazione sembra garantire le migliori possibilità di migliorare l’outcome di PsA nella pratica clinica reale giornaliera.

Con l’espansione delle possibilità terapeutiche per il trattamento della PsA, dunque, alla luce di quanto appena detto, sarà sempre più importante determinare la presenza di attività residua di malattia e definire tempi e modalità di aggiustamento del regime terapeutico utilizzato.

L’assenza di studi sul razionale che sottintende le decisioni di trattamento nella pratica clinica reale e la loro relazione con l’attività residua di malattia ha sollecitato la messa a punto di questo studio.

Disegno e risultati principali
Lo studio, avente un disegno cross-sectional, ha classificato in modo prospettico l’attività di malattia e le decisioni di trattamento in 142 pazienti consecutivi, affetti da PsA, visitati nel corso di visite di follow-up di routine. I parametri legati all’attività di malattia sono stati classificati sia dal paziente che dallo specialista reumatologo curante; inoltre, il reumatologo ha registrato la sua opinione in merito alla presenza di attività residua di malattia nonostante il trattamento e le successive decisioni prese in merito alla terapia.

Passando ai risultati, è emerso che 90 pazienti su 142 presentavano attività residua di malattia secondo lo specialista reumatologo…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Artrite psoriasica, frequentemente disattesi i target di trattamento nella pratica clinica”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/artrite-psoriasica-frequentemente-disattesi-i-target-di-trattamento-nella-pratica-clinica-25036