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Biomedicina -Attenzione all’hype

In questo settore di ricerca non di rado sono pubblicati studi che tendono ad accentuare la positività dei risultati, dissimulando od omettendo quelli negativi o gli eventi avversi. Lo rivela una revisione sistematica di ricerche effettuate in passato su questo fenomeno

Spin: è con questo termine che gli esperti di comunicazione scientifica indicano un insieme di tecniche che permettono di riportare risultati delle ricerche in modo che l’impressione dei lettori sia più favorevole del dovuto, enfatizzando gli aspetti positivi, oppure omettendo e dissimulando quelli negativi.

Low angle view of a scientist holding liquid in a flask

Ora un nuovo studio pubblicato sulla rivista “PLoS Biology”  di Kellia Chiu, Quinn Grundy e Lisa Bero, ricercatori dell’Università di Sydney ha rilevato che, nell’ambito della ricerca biomedica, lo spin riguarda più di un quarto delle pubblicazioni nel campione di quelle esaminate dagli autori.

Per arrivare a questa conclusione, Chiu e colleghi hanno effettuato un’analisi sistematica di 35 studi accademici che in passato avevano analizzato il problema dello “science hype”, altro nome per lo spin in comunicazione della scienza, in scritti di biomedicina. I risultati hanno mostrato in particolare che più del 26 per cento degli articoli identificati come revisioni sistematiche o metanalisi erano affetti da spin, e che la percentuale arrivava all’84 per cento per i resoconti di studi clinici non randomizzati (cioè quelli in cui non si è proceduto a scegliere in modo casuale i pazienti da trattare, in modo che eventuali fattori non considerati dagli sperimentatori influiscano statisticamente su tutto il campione di soggetti).

Nei 35 studi, lo spin era definito in modo vario, ma tutti sembrano concordare sulle strategie comunicative che sono alla base del fenomeno. Tra queste: fare affermazioni inappropriate su risultati statisticamente non significativi; riportare raccomandazioni per pratiche cliniche non sufficientemente supportate dai risultati dello studio; considerare come casuali eventi o risultati in assenza di sufficienti motivazioni; riferire i fatti in modo selettivo, per esempio enfatizzando sottoinsiemi di dati nelle conclusioni; presentare i dati in modo non oggettivo, per esempio elaborando abstract troppo ottimistici, oppure descrivendo l’impianto dello studio in modo erroneo e riferendo in modo omissivo o sbrigativo gli eventi avversi.

Quando si riscontrano prove di spin negli studi scientifici, di solito si pensa immediatamente che vi siano interessi non leciti degli autori o ingerenze da parte di eventuali sponsor. Dei 35 studi presi in considerazione da Chiu e colleghi, 19 hanno esaminato se allo spin fossero associati particolari fattori, come per esempio conflitti d’interessi o sponsorizzazioni, ma senza arrivare a conclusioni definitive. L’impressione generale è però che lo spin fosse associato a singoli scienziati, specifiche testate o a determinati studi, e non al settore della ricerca biomedica in generale…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Attenzione all’hype in biomedicina”, Le Scienze

Tratto dahttp://www.lescienze.it/news/2017/09/13/news/spin_ricerca_biomedica_risultati-3660686/