Crioglobulinemia e HCV – Con gli antivirali ad azione diretta il virus va ko ma non si ottiene la risposta ottimale
“Pazienti con infezione da virus dell’epatite C ed elevata crioglobulinemia raggiungono elevate percentuali di risposta virologica sostenuta (SVR). E’ quanto riportato in un articolo pubblicato sull’American Journal of Gastroenterology in cui gli autori specificano che anche la sicurezza e la tollerabilità sono state elevate ma che non tutti i pazienti hanno di conseguenza avuto una risposta clinica o immunologica completa soprattutto quelli con vasculite severa
La crioglobulinemia è una forma di vasculite sistemica (infiammazione dei vasi sangugni), caratterizzata dalla presenza, nel sangue, di immunocomplessi che precipitano alle base temperature.
Coinvolge principalmente i vasi sanguigni di piccolo calibro, caratterizzandosi per la presenza, nel sangue, di crioglobuline cioè aggregati proteici, composti da anticorpi e antigeni (immunocomplessi), che hanno la caratteristica particolare di precipitare alle basse temperature.
Le cause di questa patologie possono essere diverse; si va dalle infezioni virali alle malattie autoimmuni e ai tumori del sangue.
La crioglobulinemia mista è fortemente associata all’infezione da virus dell’epatite C (HCV) e varia da asintomatica a causare vasculiti pericolose per la vita.
In quelle sintomatiche, il trattamento con interferone pegilato (pegIFN) e ribavirina (RBV) riduce la mortalità. Tuttavia, sono disponibili pochi dati sulla sicurezza e l’efficacia della terapia antivirale con antivirali ad azione diretta (DAA) nel trattamento della crioglobulinemia correlata all’HCV…2
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Fonte: “Crioglobulinemia e HCV, con gli antivirali ad azione diretta il virus va ko ma la risposta clinica non è sempre ottimale”, PHARMASTAR