Centro Clinico NeMO – Lancia My Voice, un’app per dire “Ti amo” con la propria voce anche quando la malattia lo renderà impossibile
“Il Centro Clinico NeMO lancia My Voice, la app che permette ai pazienti con malattie neuromuscolari di salvare i messaggi vocali da inserire nel comunicatore quando il progredire della malattia gli toglierà la capacità di parlare autonomamente. Alberto Spada, 42 anni, affetto da Sla, è stato il primo paziente a usare questa App, ed è protagonista del video che ne illustra le funzionalità
“Giochiamo a nascondino?”. “Nessuno cucina come te, mamma”. “Oggi sei bellissima”. “Ti amo”. Frasi di tutti i giorni tra marito e moglie, madri e figli, fratelli ed amici. Ma che per i pazienti con malattie neuromuscolari un giorno sarà impossibile pronunciare, a causa degli effetti della malattia che progredisce. Frasi che fino ad oggi potevano essere affidate, al massimo, alla voce metallica del comunicatore. Oggi, però, arriva una nuova app per permetter ai malati a pronunciare quelle parole con la propria voce anche quando la patologia lo renderà impossibile. A lanciarla è il Centro Clinico NeMO, centro multidisciplinare ad alta specializzazione per il trattamento delle malattie neuromuscolari con sedi a Milano, Arenzano, Messina e Roma.
L’App si chiama My Voice e consente al paziente di “salvare” dei messaggi con la sua voce e di conservarli, così da poterli poi caricare sul proprio dispositivo di comunicazione. My Voice, però, non è rivolta solo a chi perderà la capacità di parlare a causa di una patologia “ma anche a chiunque voglia lasciare traccia della propria voce, conservandone il suono o un messaggio per i propri cari”, spiega il Centro Clinico NeMO, che userà i ricavati della vendita della app per finanziare il progetto “Una banca per la propria voce”.
Alberto Spada, uomo di 42 anni affetto da SLA, è stato il primo paziente a usare questa App, ed è protagonista del video che illustra le funzionalità della app. Nel video è presente anche la testimonianza di Julius Newmann, che racconta le proprie difficoltà nei rapporti interpersonali e familiari utilizzando una voce “impersonale” come quella artificiale….”
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Fonte: “Sla. Una app per dire “Ti amo” con la propria voce anche quando la malattia lo renderà impossibile”, Quotidiano sanità
Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=50547