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Tumori rari – Linfomi non Hodgkin: primi dati promettenti per gli anticorpi bispecifici anti CD20 e anti-CD3, mosunetuzumab e glofitamab

Gli anticorpi bispecifici rappresentano una delle strategie innovative più promettenti per il trattamento dei linfomi non-Hodgkin, come dimostrato dai numerosi studi su questo approccio di immunoterapia presentati all’ultimo congresso dell’American Society of Hematology (ASH). Tra questi, i dati relativi a due nuovi bispecifici anti CD20 e anti-CD3, mosunetuzumab e glofitamab, con i quali si sono osservati tassi di risposta promettenti, a fronte di un profilo di sicurezza gestibile, in pazienti con diversi tipi di linfoma non Hodgkin, tra cui il linfoma follicolare e il linfoma diffuso a grandi cellule B, ricaduti o refrattari

Nello studio di fase 1/1b GO29781, per esempio, oltre la metà dei pazienti con linfoma follicolare ricaduto/refrattario trattati con mosunetuzumab ha ottenuto una risposta completa.

Anche i nuovi dati dello studio di fase 1/1b NP30179 presentati al congresso e relativi a pazienti con linfoma non Hodgkin aggressivo mostrano un tasso di risposta completa superiore al 50%.

«Gli anticorpi bispecifici sono anticorpi monoclonali la cui struttura consente loro di interagire da un lato con un antigene target espresso dalla cellula tumorale e contemporaneamente con un antigene espresso dai linfociti T, nel caso specifico l’antigene CD30. Questo rende possibile la costituzione di una sinapsi immunologica tra la cellula tumorale, che è il target del trattamento, e i linfociti T, che di conseguenza si attivano, esercitando un’azione citotossica sulle cellule bersaglio» ha spiegato ai microfoni Annarita Conconi, Responsabile della SOSD di Ematologia dell’Ospedale degli Infermi di Biella.

«I dati di risposta obiettiva risposta completa e ottenuti con gli anticorpi bispecifici mosenutuzumab e glofitamab presentati all’ASH sono di estremo interesse» ha aggiunto l’esperta.

Mosunetuzumab e glofitamab
Mosunetuzumab è un anticorpo monoclonale bispecifico IgG1 pienamente umanizzato, in grado di riconoscere e legare l’antigene CD20 come target tumorale, da un lato, e l’antigene CD3 sulle cellule T, dall’altro…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Linfomi non Hodgkin, primi dati promettenti per i bispecifici mosunetuzumab e glofitamab. #ASH20”, PHARMASTAR

Tratto da: https://www.pharmastar.it/news//oncoemato/linfomi-non-hodgkin-primi-dati-promettenti-per-i-bispecifici-mosunetuzumab-e-glofitamab-ash20-34451