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Malattie rare – Sindrome da Iper IgM, la tecnica CRIPSR-Cas9 per correggere il difetto alla base della malattia

I ricercatori dell’Istituto San Raffaele-Telethon per la terapia genica di Milano dimostrano come la tecnica CRIPSR-Cas9, potrebbe consentire di correggere il difetto genetico alla base della sindrome da Iper IgM

Milano, 21 gennaio 2021 – Una delle prime applicazioni cliniche dell’editing genetico – la tecnologia di “taglia e cuci” del DNA oggetto del premio Nobel per la chimica 2020 – potrebbe a breve vedere la luce per il trattamento di una grave malattia genetica rara, l’immunodeficienza con iper-IgM legata al cromosoma X (X-HIGM o HIGM di tipo 1).

Lo annuncia con uno studio pubblicato sulla rivista EMBO Molecular Medicine* un gruppo di ricerca dell’Istituto San Raffaele Telethon per la terapia genica (SR-Tiget) di Milano, coordinato da Luigi Naldini, direttore dell’Istituto e professore di Istologia e di Terapia genica e cellulare presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano, e Pietro Genovese, capo progetto nel gruppo di Naldini che, dopo questo studio, è stato reclutato come Assistant Professor alla Harvard Medical School di Boston.

I risultati degli esperimenti condotti in laboratorio aprono la strada alla sperimentazione clinica della correzione mirata con editing genetico del difetto responsabile della malattia, grazie alla collaborazione con la spinoff Genespire.

La X-HIGM
La X-HIGM è una rara immunodeficienza potenzialmente letale causata da mutazioni del gene CD40LG, che codifica per un recettore localizzato sulla superficie di un gruppo specifico di cellule T del sistema immunitario. “Si tratta di un recettore fondamentale per permettere a queste cellule di interagire, attivandole, con altre cellule del sistema immunitario coinvolte nella produzione di anticorpi (cellule B) o nella difesa diretta contro agenti estranei (macrofagi)” spiega Valentina Vavassori, prima firmataria dello studio insieme a Elisabetta Mercuri.

Di conseguenza, i pazienti con questa immunodeficienza tendono a sviluppare infezioni opportunistiche ricorrenti, sia batteriche sia virali, e hanno un maggior rischio di sviluppare tumori e malattie autoimmuni, con una speranza di vita media in genere inferiore ai 30 anni.

Ad oggi la prima linea di trattamento è rappresentata dalla terapia sostitutiva con somministrazione periodica di anticorpi, mentre l’unica terapia risolutiva consiste nel trapianto di cellule staminali ematopoietiche da midollo o cordone ombelicale di un donatore compatibile. A causa delle infezioni ricorrenti dalle quali sono colpiti, tuttavia, anche il trapianto può rivelarsi particolarmente critico per questi pazienti, oltre a essere disponibile solo per chi ha un donatore compatibile e comportare il rischio della malattia del trapianto contro l’ospite.

Il gene editing con Crispr-Cas9 come opzione terapeutica
Per questo motivo il gruppo di Naldini ha proposto un’alternativa terapeutica che potrebbe risultare più efficace rispetto alle precedenti, correggendo direttamente le cellule stesse del paziente. Una correzione non effettuata però con l’introduzione di una extra copia funzionale del gene con un vettore virale – come si fa nella terapia genica ‘convenzionale’ – ma basata sulla tecnologia di gene editing chiamata Crispr-Cas9…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Editing genetico: tecnologia “taglia e cuci” del DNA per correggere il difetto alla base di una rara malattia”, insalutenews

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/editing-genetico-tecnologia-taglia-e-cuci-del-dna-per-correggere-il-difetto-alla-base-di-una-rara-malattia/