Tumore al seno – Per le pazienti ad alto rischio di recidiva, conferme a 6 anni per pertuzumab in adiuvante
“E’ positiva la seconda analisi ad interim relativa alla sopravvivenza globale (OS, overall survival) dello studio di fase III APHINITY, che valuta l’aggiunta di pertuzumab a trastuzumab e chemioterapia come trattamento adiuvante (dopo l’intervento chirurgico) per le pazienti con carcinoma mammario in fase precoce HER2-positivo. L’analisi presentata è stata condotta ad un follow-up mediano di circa 74 mesi – rispetto ai circa 45 mesi dell’analisi primaria del 2017 – e include anche dati aggiornati e descrittivi sulla iDFS e sulla sicurezza cardiaca
I dati sono stati presentati da Roche, il Breast International Group (BIG), l’Institut Jules Bordet Clinical Trials Support Unit (IJB-CTSU) e Frontier Science Foundation (FS)nel corso del Sant’Antonio Breast Cancer Symposium che si è appena concluso.
“La presentazione dei dati dello studio APHINITY con un follow up mediano di oltre 6 anni, conferma il beneficio dell’aggiunta del pertuzumab alla terapia standard consistente in chemioterapia e trastuzumab, e permette di definire con maggior precisione il rapporto rischio/beneficio e di indentificare le pazienti per le quali questo rapporto è più favorevole. – afferma Pierfranco Conte, Ordinario Oncologia Medica all’Università di Padova, Direttore Oncologia Medica 2, Istituto Oncologico Veneto IRCCS. – I dati aggiornati confermano la sicurezza cardiaca a lungo termine e il vantaggio assoluto in sopravvivenza libera da malattia, che è del 4,5% nelle pazienti con linfonodi positivi, indipendentemente dallo stato dei recettori ormonali. Pertanto, in questo modo, è possibile definire il nuovo standard terapeutico per questa tipologia di pazienti.”
“Questi risultati dimostrano l’importanza di un follow-up più lungo di APHINITY, e confermano ulteriormente il regime basato su pertuzumab come standard di cura per le pazienti con carcinoma mammario HER2-positivo ad alto rischio di recidiva, come quelle con malattia con coinvolgimento dei linfonodi”. – aggiunge Martine Piccart, MD, PhD, co-fondatrice e direttore scientifico del BIG presso l’Institut Jules Bordet.
“L’obiettivo del trattamento adiuvante è quello di offrire a ogni paziente con carcinoma mammario in fase precoce le migliori possibilità di cura” – afferma Levi Garraway, MD, PhD, Chief Medical Officer e Head of Global Product Development di Roche. “Questi nuovi dati con un follow-up più lungo mostrano gli effetti a lungo termine del regime a base di pertuzumab, confermando un maggiore beneficio in termini di sopravvivenza libera da malattia invasiva”…”
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Fonte: “Tumore al seno: conferme a 6 anni per pertuzumab in adiuvante per le pazienti ad alto rischio di recidiva. #SABC19”, PHARMASTAR