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Tumore dell’ovaio – Le novità sugli inibitori Parp

Presentati sabato “al Congresso in corso a Barcellona tre studi sui nuovi farmaci testati in associazione a chemio, in terapia di mantenimento e in combinazione con bevacizumab, che mostrerebbero un beneficio sulla sopravvivenza libera da progressione della malattia

Nelle pazienti affette da tumore dell’ovaio di grado avanzato, gli inibitori PARP in associazione a bevacizumab e somministrati in terapia di mantenimento, così come aggiunti alla chemioterapia in prima linea e somministrati successivamente come mantenimento o somministrati solo come mantenimento, avrebbero determinato un beneficio a livello di prolungamento della sopravvivenza libera da progressione (PFS).

Il risultato sarebbe stato evidente sia in presenza delle mutazioni su BRCA che in assenza di queste, anche se le pazienti con BRCA avrebbero mostrato un beneficio maggiore da questi schemi terapeutici. Sono i risultati evidenziati in tre studi presentati ieri all’incontro annuale della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), in corso a Barcellona.

La sperimentazione di fase III PAOLA-1/ENGOT-OV25, presentata da Isabelle Ray-Coquard dell’Università Claude Bernard Lyon 1, in Francia, ha valutato la combo dell’inibitore PARP olaparib in associazione con bevacizumab nella terapia di mantenimento dopo la chemioterapia in prima linea. La combo avrebbe migliorato in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione della malattia (PFS) rispetto al placebo in combinazione con bevacizumab nella popolazione generale, con una media di 22,1 mesi rispetto a 16,6, indipendentemente dallo stato di mutazione del gene BRCA…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Tumore dell’ovaio. Le novità sugli inibitori Parp all’Esmo 2019”, Quotidiano sanità

Tratto da: http://www.quotidianosanita.it/scienza-e-farmaci/articolo.php?articolo_id=77299