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Retinopatia diabetica proliferante – ‘Ranibizumab’ e fotocoagulazione panretinica (PRP) sono terapie ugualmente valide

Nella retinopatia diabetica proliferante, i trattamenti per 5 anni con ranibizumab intravitreale o fotocoagulazione panretinica (PRP) hanno portato a un miglioramento simile dell’acuità visiva, secondo i risultati di uno studio randomizzato pubblicato sulla rivista JAMA Ophthalmology

A parità di efficacia sull’acuità visiva, ranibizumab ha dato risultati migliori nel punteggio totale cumulativo del campo visivo, con un minor rischio di sviluppare un edema maculare diabetico (DME), riportano Jeffrey Gross del Carolina Retina Center in Columbia, South Carolina, e colleghi.

La retinopatia diabetica è una complicazione del diabete che colpisce gli occhi, causata da un danno ai vasi sanguigni della retina. Può svilupparsi in tutti coloro che soffrono di diabete di tipo 1 e di diabete di tipo 2. La retinopatia diabetica proliferante (PDR, proliferative diabetic retinopathy) o avanzata è il tipo più grave perché coincide con la crescita anormale di nuovi vasi sanguigni a danno della retin, fatto che può provare il distacco della retina oppure un flusso anormale di liquidi nell’occhio che può causare il glaucoma.

Ranibizumab è un frammento di anticorpo monoclonale umanizzato ricombinante diretto contro il Fattore di Crescita Vascolare Endoteliale extracellulare (VEGF), una proteina endogena coinvolta nei processi che regolano lo sviluppo sia fisiologico che patologico di nuovi vasi sanguigni, la permeabilità dei vasi e l’infiammazione.
È indicato per il trattamento della degenerazione maculare neovascolare (essudativa) correlata all’età.

La fotocoagulazione panretinica è un trattamento che viene eseguito in alcune sedute e consiste nell’applicazione sulla retina di 1500-2000 impatti laser di 0,5 millimetri di diametro. Può provocare un aumento modesto di edema maculare, ma nella maggior parte dei casi riesce a stabilizzare la malattia ottenendo la regressione parziale o totale dei vasi di nuova formazione entro due mesi.

Due possibili trattamenti
Il protocollo S del DRCRNet (Diabetic Retinopathy Clinical Research Network) ha confrontato due strategie di trattamento praticabili per la PDR, e i risultati a 2 anni hanno mostrato un’efficacia simile nel preservare l’acuità visiva. Per stabilire la durata dell’effetto del trattamento, il follow-up è stato esteso a 5 anni…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Retinopatia diabetica, ranibizumab e fotocoagulazione terapie ugualmente valide”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/diabete/retinopatia-diabetica-ranibizumab-e-fotocoagulazione-terapie-ugualmente-valide-27978