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Malattie rare – Behcet, risultati preliminari promettenti per ‘secukinumab’

Uno studio retrospettivo italiano, coordinato dal dr. Giacomo Emmi (ricercatore universitario presso il Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università di Firenze) e condotto, tra gli altri, assieme al Dr Gerardo Di Scala della stessa Unità, è stato recentemente pubblicato sulla rivista Journal of Autoimmunity. Questo studio pilota ha documentato il vantaggio derivante dall’impiego di un regime di trattamento farmacologico a base di secukinumab, inibitore di IL-17, nel migliorare, ad entrambi i dosaggi testati (150/300 mg mensili) le manifestazioni attive mucocutanee refrattarie ai trattamenti precedenti e, al dosaggio superiore, nell’indurre una risposta articolare e completa nei pazienti affetti da sindrome di Behcet

Cosa è la sindrome di Behcet?
Come ha ricordato ai microfoni di Pharmastar il dott. Emmi, “…la sindrome di Behcet è una vasculite sistemica, ovvero un’infiammazione dei vasi di calibro differente, che può interessare qualunque distretto corporeo.

Più frequentemente, la malattia ha un interessamento mucocutaneo, oculare, ed articolare, ma importanti soprattutto in termini di morbidità e mortalità sono l’interessamento neurologico, gastrointestinale e vascolare”.

“Il tratto distintivo della sindrome di Behcet – continua il dr. Emmi – è rappresentato dalle lesioni mucocutanee: in particolare, le ulcere recidivanti, orali o genitali possono essere molto dolorose e disabilitanti, con conseguente peggioramento della qualità della vita”.

Le terapie attuali per le ulcere orali si basano sull’impiego di preparazioni topiche a base di corticosteroidi e gel anestestico, oppure sul ricorso a farmaci sistemici.

La prima linea di trattamento, solitamente, prevede il ricorso alla colchicina, anche se la sua efficacia non è stata definitivamente dimostrata. La seconda linea di trattamento, invece, da utilizzare per le manifestazioni mucocutanee resistenti, si basa sull’impiego di talidomide, azatioprina, IFN-alfa e inibitori di TNF-alfa.

E’ recente, invece, la dimostrazione di efficacia dell’inibitore orale di PDE-4, apremilast, nel trattamento delle ulcere orali recidivanti.

“Quanto alle manifestazioni articolari di malattia – spiega il dr. Emmi – queste si manifestano in una proporzione di pazienti con sindrome di Behcet compresa tra il 30% e il 50%. Le localizzazioni comuni di queste manifestazioni sono date dalle piccole articolazioni, come ginocchia, caviglie, polsi; fino al 10% dei pazienti con coinvolgimento articolare, inoltre, lamenta dolore lombare di natura infiammatoria. Da ultimo, non raro l’interessamento sacroileitico ed entesitico nei pazienti con Behçet tanto che, nel passato, questa malattia era annoverata tra le spondiloartriti”.

La colchicina rappresenta, anche in questo caso, la prima linea di trattamento per il Behcet a coinvolgimento articolare…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Behcet, studio italiano: risultati preliminari promettenti per secukinumab”, PHARMASTAR

Tratto dahttps://www.pharmastar.it/news/orto-reuma/behcet-studio-italiano-risultati-preliminari-promettenti-per-secukinumab-27727