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Malattie rare – Fibrosi polmonare idiopatica, in Fase 2 nuovo farmaco risulta promettente

È ancora solo uno studio di fase 2, ma per i pazienti affetti da fibrosi polmonare idiopatica (IPF), malattia rara che interessa 30-50 mila italiani, rappresenta una ventata di ottimismo. Il lavoro, presentato al congresso dell’American Thoracic Society (ATS) in corso a San Francisco (13-18 maggio) e pubblicato in contemporanea sul “New England Journal of Medicine”, a prima firma del prof. Luca Richeldi (Università Cattolica e Policlinico A. Gemelli), che ha coordinato questo studio internazionale (come anche tutti quelli pubblicati negli ultimi anni sulle molecole al vaglio per il trattamento di questa patologia grave e complessa), dimostra che un innovativo inibitore delle fosfodiesterasi 4b (BI 1015550) è sicuro e in grado di rallentare il declino della funzionalità polmonare nei pazienti con IPF

Roma” – “La fibrosi polmonare idiopatica (IPF) è una forma di fibrosi polmonare senza una causa identificata. Sotto questo nome va un gruppo di malattie molto eterogeneo che possono essere causate per esempio da inalazioni di polveri sul luogo di lavoro, essere associate a farmaci o a malattie autoimmuni o, ancora, determinate da fattori genetici. La fibrosi polmonare idiopatica è una diagnosi di esclusione, che si fa dopo aver valutato tutte le cause possibili.

Si stima che i casi in Italia possano essere tra i 30 e i 50 mila, anche se come tutte le malattie rare anche la IPF risente del problema della sottodiagnosi. Colpisce in genere intorno ai 65 anni, più i maschi e i fumatori.

“La forma ‘idiopatica’ è quella più rara, ma anche la più grave – spiega il prof. Luca Richeldi, direttore della UOC di Pneumologia della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS e Ordinario di Malattie dell’Apparato Respiratorio dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, campus di Roma – in genere la sopravvivenza dal momento della diagnosi è intorno ai 5 anni, pur avendo oggi a disposizione delle terapie anti-fibrotiche che ne rallentano la progressione, senza tuttavia arrestarla”.

Per questo hanno destato grande interesse i risultati di uno studio di fase 2 su una nuova terapia putativa, appena pubblicati sul New England Journal of Medicine. Il nuovo farmaco, indicato per ora solo da una sigla (BI 1015550), è un inibitore delle fosfodiesterasi 4b.

“Abbiamo coordinato a livello mondiale la fase 2 – ricorda il prof. Richeldi, che dirige al Gemelli un centro di riferimento internazionale sulle fibrosi polmonari – e saremo i coordinatori mondiali anche per la fase 3, che partirà il prossimo ottobre. È un farmaco innovativo e molto specifico. Questo ha dei vantaggi in termini di effetti collaterali, che sono più contenuti. In vitro e in modelli animali il nuovo farmaco ha dimostrato di avere sia effetti anti-infiammatori che anti-fibrotici; si somministra per bocca, due volte al giorno”.

Anche il disegno di questo studio di fase 2 appena pubblicato è innovativo. Durato tre mesi, ha arruolato sia pazienti in placebo puro (cosiddetti naïve), sia pazienti già in terapia con gli altri due farmaci: in tutto 147 pazienti, randomizzati 2:1 a farmaco attivo o a placebo…”

Per continuare a leggere la news originale:

Fonte: “Fibrosi polmonare idiopatica, un nuovo farmaco porta una ventata di ottimismo. I risultati di uno studio internazionale”, insalutenews

Tratto da: https://www.insalutenews.it/in-salute/fibrosi-polmonare-idiopatica-un-nuovo-farmaco-porta-una-ventata-di-ottimismo-i-risultati-di-uno-studio-internazionale/