Tumore ovarico avanzato – Terapia di mantenimento con l’inibitore di PARP niraparib ritarda progressione malattia
“La terapia di mantenimento con l’inibitore di PARP niraparib dopo la chemioterapia di prima linea, somministrato con una dose di partenza individualizzata, si traduce in un miglioramento statisticamente significativo e clinicamente rilevante della sopravvivenza libera da progressione (PFS) rispetto al placebo nelle pazienti con carcinoma ovarico avanzato, indipendentemente dallo stato dei biomarcatori e dalla presenza o meno di un residuo di malattia dopo la chirurgia. È quanto emerge dallo studio di fase 3 PRIME, presentato durante il recente Annual Meeting on Women’s Cancer della Society of Gynecologic Oncology (SGO)
Nella popolazione Intention-to-treat (ITT), infatti, la PFS mediana è risultata di oltre 2 anni (24,8 mesi) nel braccio trattato con niraparib contro 8,3 mesi nel braccio di controllo, con una riduzione del 55% del rischio di progressione della malattia o decesso (HR 0,45; IC al 95% 0,34-0,60; P < 0,001). Inoltre, le pazienti ancora in vita e senza segni di progressione della malattia a 24 mesi sono risultate il 52,6% con il PARP-inibitore, contro il 30,4% con il placebo.
Il beneficio del mantenimento con niraparib si è osservato anche in tutti i sottogruppi analizzati, con valori di HR compresi fra 0,24 e 0,63 e, quindi, una riduzione del rischio di progressione della malattia o decesso compresa fra il 37% e il 76% nelle pazienti trattate col farmaco rispetto a quelle trattate con il placebo.
«I dati dello studio PRIME corroborano la validità del mantenimento con niraparib dopo la chemioterapia di prima linea a base di platino, indipendentemente dallo stato dei biomarcatori», ha affermato durante la presentazione dei dati Ning Li, della Chinese Academy of Medical Sciences presso il Peking Union Medical College di Pechino…”
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Fonte: “Carcinoma ovarico avanzato, mantenimento con dose di partenza individualizzata di niraparib ritarda la progressione”, PHARMASTAR