Malattie rare – Sclerosi laterale amiotrofica (SLA), ruolo della nutrizione e del metabolismo per migliorare la prognosi e la presa in carico
“Uno studio multicentrico coordinato dal Centro Clinico NeMO di Milano e pubblicato su Journal of Neurology, Neurosurgery and Psychiatry fa emergere il ruolo della nutrizione e del metabolismo per migliorare la prognosi e la presa in carico dei pazienti con Sclerosi Laterale Amiotrofica
Milano, 29 dicembre 2021 – Porre attenzione alla nutrizione e ai cambiamenti metabolici nei pazienti con SLA, Sclerosi Laterale Amiotrofica, può diventare una importante area di intervento terapeutico per migliorare la qualità di vita e rallentare in maniera significativa la progressione della malattia.
A confermarlo è lo studio multicentrico italo-francese, coordinato dal Centro Clinico NeMO di Milano, e che ha visto coinvolti la Dietetica e Nutrizione Clinica dell’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda, l’IRCCS Ospedale San Raffaele e le due Università francesi di Limoges e Tours.
Pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica Journal of Neurology, Neurosurgery, and Psychiatry, lo studio ha confermato come il metabolismo energetico, posto in relazione al piano nutrizionale individuale di ciascun paziente, offra informazioni cruciali sui cosiddetti “fattori prognostici”, ossia quella caratteristica biologica in grado di modificare la prognosi, cioè il tempo della sopravvivenza del paziente al decorso naturale della malattia. Grazie a queste nuove informazioni sarà possibile impostare una adeguata presa in carico, al fine di preservare le capacità funzionali del paziente più a lungo.
La Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA) è caratterizzata dalla degenerazione progressiva del primo e del secondo motoneurone, una tra le cellule di maggior volume del nostro sistema nervoso e che necessita del maggior fabbisogno energetico. Nel tempo, la persona che ne viene colpita perde la sua capacità di muoversi, di parlare, di deglutire e di respirare autonomamente, arrivando a una situazione di immobilità che modifica, inevitabilmente, il suo fabbisogno nutrizionale.
Questa è la ragione per cui la ricerca è partita dal metabolismo energetico basale, ampliando gli studi sul tema della nutrizione, che fino ad ora erano orientati esclusivamente all’analisi della condizione di disfagia e delle sue conseguenze. Per semplificare, la quantità totale di energia che l’organismo impiega per svolgere le sue funzioni viene indicata con il termine di “metabolismo energetico” ed è espressa in kilocalorie (calorie).
Il metabolismo energetico basale, invece, è la parte di energia che l’organismo utilizza in condizioni di base, cioè quando siamo svegli, ma a riposo; sdraiati e senza svolgere alcuna attività muscolare; oppure nella cosiddetta fase di post-assorbimento, cioè dopo che siano trascorse 12-18 ore dall’ultimo pasto, quando cioè sono terminati anche gli ultimi processi digestivi; e infine quando siamo in un luogo con temperatura che non solleciti i meccanismi di termogenesi. In altre parole, il metabolismo energetico basale indica la quantità minima di energia che può sostenere la vita, mantenere lo stato di coscienza e una temperatura normale del corpo.
Ma in concreto, qual è la relazione tra SLA e metabolismo energetico? Poiché la perdita di peso e la malnutrizione provocano un forte squilibrio nel dispendio energetico del nostro metabolismo, la ricerca ha dimostrato che questa conseguenza comporta, a sua volta, una accelerazione della degenerazione dei motoneuroni…”
Per continuare a leggere la news originale:
Fonte: “SLA, l’analisi del metabolismo fornisce nuove informazioni sulla prognosi della malattia”, insalutenews